E’ allarme nel mondo agricolo reggiano per la situazione di mercato del Parmigiano Reggiano. “Da agosto ad oggi – sottolinea Agrinsieme Reggio Emilia, il coordinamento che raggruppa Agci, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e Ugc-Cisl – il prezzo è sceso del 40% e il crollo non si è ancora arrestato, con quotazioni all’origine che non consentono di coprire i costi di produzione”.
“Le ragioni che hanno determinato questa situazione – spiega Mauro Menozzi, coordinatore di Agrinsieme Reggio Emilia – sono diverse, a quelle di natura congiunturale (il calo dell’export e della richiesta nel canale horeca, bloccato dalla pandemia ed evidentemente non compensato, nei valori, dall’aumento delle vendite nella gdo) si associa un evidente squilibrio tra domanda e offerta, che non è stato adeguatamente contrastato né con i piani produttivi né con azioni relative all’acquisizione di nuovi mercati”.
“La ragione primaria della crisi in atto – prosegue Menozzi, sta proprio qui, perché il crollo dei prezzi è iniziato ben prima della diffusione del Coronavirus, rendendo urgenti alcune misure di natura congiunturale e altre più strutturali che stanno in capo al Consorzio”.
Tra le misure da adottare immediatamente, Agrinsieme parla di azioni di ritiro del prodotto, “utilizzando gli strumenti resi disponibili dal decreto cura Italia (uso del cosiddetto pegno rotativo), dal decreto liquidità (sostegno all’export) e dal decreto rilancio (fondo emergenziale per le filiere in crisi e fondo indigenti), tutte finalizzate ad alleggerire l’attuale esubero d’offerta”.
“Si tratta di misure assolutamente necessarie e urgenti, attorno alle quali, tutte le associazioni che fanno parte di Agrinsieme stanno premendo a livello nazionale; tuttavia non saranno sufficienti a risolvere lo squilibrio che si è determinato in questi anni tra domanda e offerta, e che ha fortemente compromesso i redditi dei produttori e che non ha trovato riscontro nell’atteso aumento dei consumi, nonostante le ingenti risorse a disposizione del Consorzio”.
“Il riequilibrio – sostiene Agrinsieme Reggio Emilia – va ricercato battendo due strade: da una parte il rilancio dell’export e dei consumi interni attraverso azioni più efficaci rispetto a quelle adottate in questi anni; dall’altra è altrettanto necessario rimodulare l’offerta armonizzandola ad un livello di domanda reale che consenta un livello di prezzi adeguatamente remunerativi per i produttori , agendo a tal fine sugli strumenti esistenti e ricercando nuove sostenibili vie per poter agire sul mercato quando si verificano situazioni analoghe a quella che stiamo vivendo”.
“Oggi – conclude Agrinsieme – occorrono scelte coraggiose, maggiore collaborazione con commercianti, esportatori, catene distributive, evitando conflittualità con altri soggetti della filiera e una maggiore concentrazione sugli interessi dei produttori, che risiedono senza dubbio in redditi più stabili, adeguati al loro lavoro e agli investimenti che quotidianamente mettono in campo”.