È “Ambienti: digitali, ecologici, sociali” il tema scelto per l’edizione 2021 del festival della cultura digitale “Modena Smart Life”. Lo hanno annunciato i promotori del Festival nell’ultima giornata dell’edizione 2020, edizione particolare che ha visto sperimentare una formula quasi interamente in streaming con circa 80 eventi, tra talk, conference e laboratori, on line e alcuni in presenza, come il Tedx Modena che domenica 27 settembre si è svolto presso la Chiesa della Fondazione San Carlo prima del keynote finale del futurista Leonhard Gerd.

Nell’occasione, presente anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e rappresentanti degli enti promotori della manifestazione (insieme a Comune, Fondazione di Modena, Fondazione San Carlo, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Democenter e Camera di Commercio, Fpa e Bper banca), l’assessora alla Smart city Ludovica Carla Ferrari ha annunciato che nel 2021 relatori, ospiti e pubblico del Modena Smart Life si confronteranno su un tema che intreccia ogni essere e comunità: gli ambienti, appunto, coniugati secondo un triplice filone: digitale, ecologico e sociale”.

“Oggi – afferma il direttore della Fondazione S. Carlo Altini, membro del comitato scientifico del festival – nessun individuo e nessuna comunità vive in un unico ambiente e infatti in questi giorni di Modena Smart Festival abbiamo indagato le connessioni. Tutte le esistenze individuali e sociali sono attraversate da flussi e relazioni che ci spingono a vivere in più ambienti. In primo luogo vi è l’ambiente naturale e, in secondo luogo, gli ambienti storico-sociali. Ma, negli ultimi decenni, sono stati creati ambienti inediti, prima sconosciuti. L’influenza delle tecnologie digitali su ogni aspetto dell’esistenza ha reso sempre più complessa la relazione tra reale e virtuale. Gli attuali sistemi ambientali sono dunque il frutto di relazioni complesse e dell’interazione tra una pluralità di fattori, antropici e non, di ordine naturale, comportamentale, tecnologico e socioeconomico, la cui reciproca influenza non è facilmente misurabile. Parlare di ambiente al singolare sarebbe riduttivo”.

“In primo luogo, gli ambienti in cui viviamo – spiega Altini – sono caratterizzati dalla presenza di tecnologie sempre più avanzate: trascorriamo più tempo negli ambienti virtuali che in quelli reali e la stessa distinzione tra reale e virtuale è incapace di cogliere la complessità del nostro tempo. Da un lato, le tecnologie contribuiscono a migliorare le condizioni di vita, facilitando le comunicazioni, alleggerendo le fatiche del lavoro e garantendo l’accesso a servizi; dall’altro lato, però, possono costituire una minaccia per la libertà individuale e sociale. La sfida che ci attende sta nel mettere a punto un’etica relativa agli ambienti digitali, che ci consenta di regolare l’uso delle tecnologie all’insegna dei principi di rispetto e responsabilità”.

“In secondo luogo – continua il professore – a partire dalla stretta interdipendenza tra società umane e ambienti naturali, sono indispensabili azioni su scala globale per la salvaguardia dal pianeta, per garantire un futuro più equo ai giovani, che per primi hanno dimostrato una rinnovata coscienza ecologica. Il rapporto più equilibrato con la natura e con l’intero ecosistema è raggiungibile spingendo la ricerca scientifica e tecnologica a individuare nuove forme di produzione e di consumo, sostenibili per l’ambiente e per le società umane. “Infine, intendiamo proporre una riflessione sull’importanza degli spazi urbani per lo sviluppo della socialità, in modalità che tengano insieme la dimensione fisica e digitale per la costruzione di comunità fondate sull’uguaglianza e sul rispetto, in modo da garantire a tutti il libero godimento dei diritti fondamentali, dalla salute al lavoro, dall’istruzione di base alla conoscenza digitale avanzata”.

“Solo mettendo in stretta correlazione questi tre aspetti – concludono i promotori del Festival – potremo creare ambienti di vita più accoglienti e confortevoli, fondati sulla compresenza di reti ‘fisiche’ e tecnologiche – centrali nelle forme di produzione, nella comunicazione, nella cura sanitaria, nelle gestioni finanziarie, nei servizi amministrativi e nei percorsi di formazione – senza le quali la nostra vita quotidiana, sia individuale che sociale, sarebbe impossibile da organizzare. Le trasformazioni tecnologiche, economiche, politiche e sociali che caratterizzano gli ambienti contemporanei costituiscono pertanto nuove opportunità di sviluppo ma, ovviamente, presentano nuovi problemi di fronte ai quali sono necessarie nuove riflessioni analitiche, non appiattite su quelle tradizionali”.

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