Secondo l’OMS in Italia ogni anno ci sono circa 5.000 casi di carcinoma ovarico. Ne viene colpita una donna su 72. La buona notizia è che, a fronte di un’incidenza stabile, la mortalità è in diminuzione. Tuttavia, solo la metà delle pazienti sopravvive a distanza di 5 anni dalla diagnosi.
La cattiva notizia è che riguarda, nel 90% dei casi, donne in età fertile, per lo più donne giovani, con gravi ripercussioni psicologiche e sulla loro vita. Il tumore è silente e nel 70% dei casi viene diagnosticato quando è già avanzato: purtroppo non esistono screening preventivi.
Il Patronato Acli, da sempre sensibili ai temi della salute e della prevenzione oncologica, ha siglato un accordo con LOTO – Onlus, associazione no profit che nasce con il preciso intento di colmare un vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio.
«Il Patronato Acli di Bologna ha deciso di contribuire a sollevare le donne affette da carcinoma ovarico dalle incombenze amministrative legate alla patologia» ha affermato Filippo Diaco, Presidente del Patronato Acli di Bologna. «Abbiamo stretto una convenzione che permetterà alle pazienti oncologiche socie di Loto di fruire gratuitamente, salvo eccezioni di legge, e con un canale preferenziale nella prenotazione, dell’assistenza tecnica e medico-legale relativa a pratiche fondamentali quali, ad esempio, la richiesta di invalidità civile e benefici connessi alla legge 104» spiega Diaco. «Con questa iniziativa vogliamo contribuire ad alleggerire il percorso di riconoscimento dei diritti previdenziali di queste donne, che si trovano a combattere con la malattia. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro» conclude Diaco «per fare costantemente il punto sulla situazione, al fine di agevolare, almeno per gli aspetti legati al welfare, la battaglia di quante si trovano a convivere con il carcinoma ovarico».