“Nel primo pomeriggio di oggi, 14/10/2020 – fa sapere la Segreteria Regionale Si.N.A.P.Pe -presso un reparto detentivo penale, un detenuto magrebino dal fisico imponente e muscoloso, già responsabile – sembrerebbe – di altri comportamenti disciplinarmente rilevanti, senza alcun apparente motivo, avrebbe aggredito ferocemente un Poliziotto Penitenziario, afferrandolo alla gola e sbattendolo violentemente su una scrivania. Per fortuna, altri due Poliziotti sarebbero intervenuti a frenare l’impeto del carcerato e a liberare il collega dalla morsa delle dita del detenuto strette vigorosamente intorno al suo collo, evitando dunque che potesse accadere l’irreparabile”.
“A seguito della suddetta aggressione – continua la Segreteria Regionale Si.N.A.P.Pe – tutti e tre i Poliziotti sarebbero stati costretti a raggiungere il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, due dei quali sarebbero stati dichiarati guaribili dal personale medico di guardia, in 3 giorni, s.c., mentre il primo ad essere aggredito avrebbe avuto la peggio e si troverebbe ancora in ospedale, sottoposto alle cure ed agli accertamenti del caso da parte del personale medico”.
“Sempre nel pomeriggio di oggi sarebbe stato rinvenuto, presso una sezione dell’U.O. Circondariale, un telefono cellulare, grazie all’encomiabile professionalità del personale di Polizia Penitenziaria di Reggio Emilia, il cui possesso potrà finalmente essere punito in maniera adeguata grazie alla nuova fattispecie di reato prevista nel recente decreto sicurezza, che sanziona chi introduce o detiene all’interno degli istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione”.
“Nel richiamare tutto il precedente carteggio prodotto da questa O.S. in tema di aggressioni del personale e nel sollecitare l’adozione di quei pochi provvedimenti che abbatterebbero immediatamente il rischio che tali eventi critici si reiterino all’interno del fronte detentivo, auspichiamo – conclude il Si.N.A.P.Pe -che il detenuto autore del grave gesto, di cui in premessa, venga urgentemente trasferito ad altro penitenziario, ai sensi di quanto previsto dalle vigenti circolari dipartimentali”.