Dava appuntamento ai clienti che lo contattavano telefonicamente, nella zona dell’area nord di Reggio Emilia dove li raggiungeva in sella ad un bicicletta. A scoprirlo i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Reggio Emilia che, ieri pomeriggio, al culmine di un mirato servizio antidroga, hanno sorpreso il pusher in sella alla bicicletta mentre si recava ad un appuntamento con tre dosi di cocaina abilmente occultate sotto l’anello che indossava al dito.

Per questo motivo con l’accusa di detenzione ai fini spaccio di sostanze stupefacenti i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Reggio Emilia hanno arrestato il cittadino tunisino M.A., 43enne domiciliato a Reggio Emilia a cui i militari hanno sequestrato le dosi che l’uomo avrebbe dovuto cedere a un cliente impaziente. Quest’ultimo durante le fasi del fermo lo ha contattato su uno dei due telefoni posseduti e, rintracciato dai carabinieri, ha ammesso di avere un appuntamento con il pusher per acquistare la cocaina che solitamente gli consegnava raggiungendolo, previo appuntamento, in sella ad una bici. In manette è finita anche la compagna del 43enne, la 29enne A.M., abitante a Reggio Emilia, che durante la successiva perquisizione  domiciliare ha minacciato i militari per poi aggredirli fisicamente (arrecando danni anche alle postazioni dei computer), tanto da causare lesioni a un militare guaribili in 4 giorni. Nel domicilio che l’uomo condivideva con la 29enne, le a perquisizione ha dato riscontri positivi in quanto è stata rinvenuta in un mobile della cucina la somma di 700 euro, ritenuta provento dello spaccio e un bilancino di precisione con tracce di cocaina che la donna nascondeva all’interno degli slip. Mentre all’interno del cestino della cucina sono state rinvenute numerose buste in cellophane con evidenti parti mancanti – ritagli, tipicamente utilizzati per il confezionamento delle dosi,  peraltro della stessa tipologia di quelle rinvenute sotto l’anello del tunisino. La donna è stata arrestata con l’accusa di minaccia, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale nonché con l’accusa di favoreggiamento personale in relazione all’attività di spaccio posta in essere dal compagno. Anche lei veniva ristretta a disposizione della Procura reggiana.

 

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