C’è il bar vicino alle scuole che con la didattica a distanza non lavorerà nemmeno prima delle 18 ed il circolo che, oltre al danno della chiusura totale e improvvisa, subisce la beffa di dover buttare i prodotti freschi di cui si era approvvigionato. Poi c’è il ristorante che a mezzogiorno faceva il menù “leggero”, sia dal punto di vista delle calorie che dei prezzi, perché erano già lì a preparare per la cena e allora tanto valeva lavorare in pareggio ma coltivare qualche cliente e c’è chi il bar doveva aprirlo in primavera e a forza di rimandare sta pensando di rinunciare.

Sono alcune delle testimonianze raccolte dal Circolo sassolese di Fratelli d’Italia, a poco più di una settimana dall’entrata in vigore del DPCM che vede la chiusura di molte attività alle 18, tra cui bar e ristoranti.

A queste si aggiunge l’aumento della presenza incontrollata di balordi che si ritrovano nei parchi a consumare la cena e ne lasciano in giro i resti: sebbene questi gesti siano dettati dall’inciviltà e dalla maleducazione e perciò ingiustificabili, è impossibile non considerarli diretta conseguenza di chi ha voluto porre questa gente fuori dallo sguardo dei gestori, che certo non acconsentirebbero a simili comportamenti nei loro locali.

Queste limitazioni non servono, perché le persone si incontrano comunque; servirebbe piuttosto aumentare i servizi domiciliari per gli anziani ed i fragili ed utilizzare i denari stanziati per i ristori, peraltro insufficienti, per potenziare le cure ospedaliere.

Fratelli d’Italia ha preparato un dossier per i propri consiglieri regionali e per i deputati del presidio permanente di Piazza Capranica a Roma: “Sappiamo che possiamo fare poco, essendo decisioni che purtroppo non competono a noi, ma non lasceremo nulla d’intentato”.

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