Nei difficili mesi del lockdown nazionale, tra febbraio e maggio 2020, in piena emergenza sanitaria per la prima epidemia di Covid-19, la Fondazione Ospedale di Sassuolo Onlus ha raccolto 600.000 euro di donazioni frutto della generosità e dell’impegno di tantissime aziende e cittadini per sostenere l’Ospedale e gli operatori sanitari. I fondi sono stati investiti per rinnovare e implementare la dotazione tecnologica e strumentale a disposizione dell’Ospedale, in particolare per l’assistenza dei pazienti critici, nei quali rientrano anche i casi di persone positive al Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, anche con monitoraggio h24 dei parametri vitali e bisognosi di assistenza respiratoria.
L’Ospedale di Sassuolo, oggi, grazie agli investimenti effettuati, è in grado di rispondere a queste esigenze ed è anche pronto ad affrontare la nuova emergenza sanitaria, causata dalla seconda ondata dell’epidemia di Covd-19, in rete con gli altri ospedali della provincia di Modena. Anche grazie alle nuove dotazioni tecnologiche, l’ospedale – che è già strutturato per intensità di cura – ha incrementato la propria flessibilità organizzativa e ha attivato, nel periodo tra marzo e giugno, anche una terapia sub intensiva in grado di accogliere fino a 12 pazienti, messa a servizio del servizio sanitario locale per fronteggiare il picco epidemico della prima fase della pandemia.
In particolare, grazie alla donazione della Fondazione, è stato messo in funzione un sistema di monitoraggio dei parametri vitali che permette la gestione da remoto di 12 pazienti critici ed è stata ultimata la riqualificazione del sistema di monitoraggio del blocco operatorio, che ne ha incrementato l’efficienza e ha permesso l’utilizzo della tecnologia già presente in precedenza a servizio dei pazienti Covid+.
Sempre con i fondi arrivati dalla Fondazione sono stati acquistati 2 ventilatori polmonari da terapia intensiva e 2 videolaringoscopi digitali ad alta risoluzione. Ogni sala operatoria inoltre è stata dotata di 1sistema di aspirazione dei fumi operatori a tutela dei chirurghi ed infermieri che hanno così potuto proseguire l’attività operatoria urgente in sicurezza. Sono arrivati infine anche 10 sistemi ecografici portatili a supporto dell’attività internistica e di pronto soccorso e 1 sistema portatile per eseguire esami radiografici del torace direttamente al letto del paziente.
“Grazie alle donazioni ricevute l’ospedale ha potuto rinnovare e rafforzare le sue dotazioni tecnologiche in grado di migliorare ulteriormente i livelli di assistenza per i pazienti che si rivolgono alla nostra struttura – spiega Silvio Di Tella, Direttore Sanitario dell’Ospedale di Sassuolo S.p.A. – Dotazione strumentale affidata a validissimi professionisti che si sono prodigati durante la prima fase della pandemia e sono tuttora impegnati nel fronteggiare la seconda ondata, oltre a cercare di garantire le restanti prestazioni. Non posso quindi che esprimere una immensa gratitudine: in primis ai numerosi donatori, alla componente professionale (Medici, infermieri, personale di supporto) e alle varie articolazioni della Direzione Sanitaria, Amministrativa e Generale che si sono prodigate per accelerare l’arrivo e la messa in funzione della strumentazione. In un momento molto delicato, poter vedere un supporto così concreto dal proprio territorio non può che renderti orgoglioso e aumentare il senso di appartenenza”.
“L’ospedale di Sassuolo non si ferma – spiega Micol Pifferi, Presidente della Fondazione Ospedale di Sassuolo O.n.l.u.s. – e oggi più che mai è punto di riferimento per i bisogni sanitari dell’area Sud della nostra provincia. Nonostante il periodo difficile appena superato e quello altrettanto complesso che abbiamo davanti, possiamo dire di aver contribuito concretamente a rafforzare le sue potenzialità. Gli sforzi fatti da tante realtà imprenditoriali e da ogni singolo cittadino che si è impegnato in una donazione non sono stati vani, anzi, sono già stati trasformati in azioni concrete. Oggi l’ospedale è più forte, sempre più capace di far fronte alla gestione dei pazienti ‘critici’, che hanno bisogno di un monitoraggio continuo, come il controllo dell’attività cardiaca o quello dei parametri respiratori”.