Prevenzione e lotta al contagio da coronavirus scendono in strada, nei contesti di marginalità sociale, precarietà ed emergenza abitativa. Da diversi anni a Modena è attivo il progetto Start-ER 2, che vede l’Azienda USL e la Cooperativa Caleidos impegnati a coordinare le azioni di tutela della salute a favore di richiedenti asilo con problematiche psico-patologiche.
In queste settimane Caleidos ha coordinato la distribuzione da parte dei volontari delle Unità di strada di kit anti-Covid, composti ciascuno da 7 mascherine chirurgiche, flacone di gel igienizzante e opuscolo multilingue con le misure per la prevenzione del contagio.
Destinatari degli oltre 300 kit disponibili sono in particolar modo gli stranieri richiedenti o titolari di protezione internazionale senza rete di accoglienza, ai quali ogni giorno i volontari offrono una preziosa opera di ascolto e di supporto concreto contro il disagio sociale.
L’iniziativa rientra nel piano di azioni di prevenzione e informazione che mira al contenimento del Covid-19, finanziate dal progetto Fami Start-ER 2. “L’azione specifica di prevenzione e informazione – spiega Cinzia Zanoli, Referente del Progetto per l’Azienda USL di Modena – si è affiancata in maniera sinergica al servizio di prossimità a tutela della salute pubblica svolto dalle Unità di strada: oltre alla distribuzione dei kit è infatti presente una costante attività di sensibilizzazione e informazione sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, sulle misure di igiene personale e sulla rete dei servizi socio-sanitari, oltre a una valutazione generale sulle condizioni psico-fisiche e misurazione della temperatura”.
Le Unità di Strada rappresentano un presidio fondamentale sul territorio, che mira all’abbattimento delle barriere linguistiche e del pregiudizio nei confronti di un’utenza fragile, con storie di vita complicate. Come quella di Alì (nome di fantasia), 28 anni, originario del Pakistan: da qualche anno è una delle presenze fisse all’Unità di strada gestita dalla Cooperativa Caleidos per conto dell’Azienda USL di Modena, dove trova generi di conforto e ora anche un validissimo aiuto contro il Covid. Ad accoglierlo, all’esterno del camper, i volontari Stefano e Chiara insieme all’utente esperto Donato.
“Le attività di domiciliarità e di prossimità – sottolinea Chiara Gabrielli, responsabile del Servizio Dipendenze patologiche di Modena – sono strategiche per raggiungere fasce di popolazione che altrimenti non sarebbero raggiungibili da interventi informativi e di prevenzione. In questa era di pandemia è necessario ridurre i rischi di contagio con una corretta informazione sulle misure di prevenzione, parlando la lingua delle persone che entrano in contatto con i Servizi di prossimità: nelle Unità di Strada, infatti, sono presenti mediatori linguistici che rendono le informazioni comprensibili”.