L’emergenza Covid continua a imporre nuove scelte organizzative nella gestione degli ospedali della provincia. Ultima in ordine temporale quella effettuata all’Ospedale di Mirandola, dove l’area Covid ricavata nel reparto di Medicina (dotata di 12 posti letto) è stata riconvertita in uno spazio con sei posti letto dedicati ai pazienti con sintomatologia sospetta per Covid, assicurando così l’isolamento in stanza singola.

La riorganizzazione, finalizzata a garantire maggiore sicurezza all’interno dell’ospedale, è stata definita a seguito del riscontro di alcune positività in pazienti ricoverati in reparti non Covid. In particolare, sono sette i casi positivi emersi nei giorni scorsi in Area omogenea, grazie agli screening continui messi in atto all’interno delle aree di degenza.

Tra le altre azioni messe in campo, il trasferimento temporaneo – per circa sette giorni, fino a domenica 20 dicembre – dell’attività chirurgica urgente (ortopedica e di chirurgia generale), all’Ospedale Ramazzini di Carpi. Nulla cambia invece per quanto riguarda l’attività chirurgica programmata, che conserva la pianificazione settimanale, così come l’attività legata al Punto Nascita e alle urgenze ostetrico-ginecologiche.

La collaborazione solidale tra le strutture della provincia è alla base del concetto di rete ospedaliera, modello adottato ormai da decenni dalla sanità modenese. Una circostanza analoga a quella attuata oggi a Mirandola si è verificata anche a inizio novembre scorso, quando, a causa di alcune positività individuate all’interno del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, i ricoveri programmati e urgenti di ambito ortopedico erano stati indirizzati per alcuni giorni al Santa Maria Bianca.

 

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