Absidi del Duomo, Ghirlandina e Palazzo comunale (crediti: Fabrizio Annovi)

Fino al 30 aprile gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto situati nell’area del centro storico di Modena, delimitata dalle mura cittadine, dovranno restare chiusi dalle ore 21 alle ore 5 del giorno successivo. Nei medesimi orari restano chiusi in tutta la città gli esercizi che prevedono come unica modalità di vendita quella attuata tramite distributori automatici.

In seguito alla delibera del Consiglio dei Ministri, che prolunga lo stato d’emergenza al 30 aprile, è stata infatti prorogata l’ordinanza firmata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che individua “Ulteriori misure temporanee ed urgenti volte al contenimento della pandemia da Covid-19”. L’obiettivo è evitare che il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico dia luogo ad assembramenti in una fascia oraria in cui il centro storico, per effetto delle limitazioni in atto, è scarsamente frequentato, visto che l’attività dei servizi di ristorazione cessa alle 18.

L’ordinanza, quindi, entrata in vigore lo scorso novembre e ora prorogata, rafforza la prevenzione sul territorio, per evitare che il consumo di cibi e bevande nei pressi degli esercizi di vicinato, e ancor più dei distributori automatici dove manca anche il controllo del gestore, possa dar luogo ad assembramenti.

Controlli e verifiche della Polizia locale hanno confermato, infatti, la tendenza di taluni a consumare bevande alcoliche su luoghi pubblici, come piazze e spazi, soprattutto nelle vicinanze di negozi di vicinato dove è possibile rifornirsi con facilità, al punto che, talvolta, l’offerta di alcolici risulta predominante rispetto alla normale vocazione di un’attività che dovrebbe consistere nell’offerta di prodotti alimentari. Continuano infatti ad arrivare segnalazioni relative a comportamenti contrari alle disposizioni contro la diffusione della pandemia, che si verificano proprio nei pressi degli esercizi di vicinato.

Il mancato rispetto di quanto previsto dall’ordinanza, che resterà in vigore fino al 30 aprile, sarà punito con una sanzione amministrativa di 400 euro, a cui potrà essere applicata la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, mentre all’atto dell’accertamento della violazione potrà essere disposta la chiusura provvisoria per 5 giorni.

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