Ha destato commozione anche a Modena la morte di Franco Marini, segretario generale della Cisl dal 1985 al 1991 ed ex presidente del Senato e ministro del Lavoro, scomparso a 87 anni. Proprio durante la sua lunga militanza nel sindacato Marini è venuto spesso nella nostra provincia.

«Ero un giovanissimo operatore dei ceramisti Cisl quando Franco Marini partecipò il 21 ottobre 1988 a una nostra iniziativa, intitolata la Festa della Solidarietà, che si tenne alla Terme della Salvarola a Sassuolo – ricorda il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – Al termine mi chiesero di fare da battistrada alla sua auto e alla scorta fino all’autostrada. Prima di entrare al casello di Modena Nord, Marini scese dall’auto per ringraziarmi e salutarmi con un calore che non mi aspettavo. Credo che quel gesto rappresenti benissimo il carattere di un uomo che ha dato tanto non solo alla Cisl, ma a tutto il nostro Paese».

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«Un vero e proprio riferimento per i cattolici democratici che in lui trovavano un interlocutore attento, autorevole e libero». Con queste parole il Presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei ricorda Franco Marini. Come ricorda Tomei, «Franco Marini è stato segretario generale della Cisl, poi presidente del Senato e ministro del Lavoro, senza dimenticare il suo impegno come segretario del Partito popolare italiano e in Europa come europarlamentare. Un Uomo “del dialogo”, sempre attento a costruire relazioni nell’interesse del Paese. Dalla “sinistra sociale” della DC, alla Margherita, al Partito democratico, di cui è stato un fondatore, Franco è sempre rimasto fedele ai suoi valori e ai suoi ideali. Un Uomo “del dialogo”, – sottolinea Tomei – sempre attento a costruire relazioni nell’interesse del Paese. Dalla “sinistra sociale della DC, alla Margherita, al Partito democratico, di cui è stato un fondatore, Franco è sempre rimasto un vero e proprio riferimento per i cattolici democratici che in lui trovavano un interlocutore attento, autorevole e libero. Il Covid si è portato via anche lui, a 87 anni». Tomei conclude il suo pensiero ricordando «la sua capacità di saper vivere il servizio politico come impegno per la comunità e come ha ricordato l’amico Pierluigi Castagnetti, Franco Marini era un “uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera”».

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Oggi è un triste giorno per il Sindacalismo Italiano, è scomparso Franco Marini. Si poteva non condividere sempre le sue teorie ma non si poteva non riconoscere che ciò che diceva Franco Marini era scevro da dietrologie o interessi di parte. Marini è stato non solo un grande sindacalista ma, dopo la scomparsa del suo mentore politico Carlo Donat-Cattin, prese in mano la corrente sindacalista/cattolica all’interno della Democrazia Cristiana. Seppe portare le istanze del mondo del lavoro in Parlamento in un periodo particolarmente difficile del Paese e per questo si meritò di sedere sullo scranno di Presidente del Senato. Quando nel 2013 era stato dato ormai per prossimo Presidente della Repubblica dovette subire l’umiliazione di essere impallinato dai franchi tiratori. Questa vicenda lo segnerà fortemente fino alla fine.

“Era un uomo giusto e corretto – ha dichiarato il Segretario Generale di Confintesa Francesco Prudenzano – oltre che rispettoso del pluralismo sindacale e difensore della democrazia. Confintesa si inchina davanti l’uomo che seppe interpretare la sintesi tra politica e sindacato e soprattutto difendendo sempre il diritto di tutti ad esprimere democraticamente le proprie opinioni”.

Anche il Presidente di Confintesa, Massimo Visconti, che conosceva bene Franco Marini, esprime il cordoglio suo e della Confederazione e ne ricorda l’insegnamento e il forte rispetto per i Valori democratici.

“L’Italia -ha detto il Presidente di Confintesa – ha perso uno dei suoi uomini migliori e voglio ricordarlo anche quando, nel 2015, nella veste di Presidente del Comitato Storico Scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, volle ricordare la figura di Filippo Corridoni, padre del Sindacalismo Nazionale e Rivoluzionario a cento anni dalla sua morte. Fu una scelta coraggiosa ma Marini non si tirò indietro e vinse la sua battaglia per la democrazia sindacale”.

 

 

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