Più sostegno per tutta la rete di assistenza, a partire dai Centri per le famiglie, che in Emilia-Romagna accompagna genitori, fin dalla gravidanza, e figli.

Nel corso dell’ultima seduta, la Giunta regionale ha approvato una delibera che ripartisce le risorse nazionali del Fondo per le politiche della famiglia, pari a 1.816.051,51 euro per l’Emilia-Romagna, e cofinanzia con 1.048.948,49 euro di risorse proprie i progetti e le attività previste per genitori e figli. A fronte di un impegno, stabilito dal decreto-legge governativo, di cofinanziare almeno al 20% il fondo nazionale, la Regione ha scelto quindi di investire una cifra pari al 58% dell’impegno ministeriale.
La priorità degli investimenti va ai 40 Centri per le famiglie oggi attivi nei diversi ambiti distrettuali del territorio regionale: più del 75% delle risorse, pari a 2,2 milioni di euro, sono infatti destinati al sostegno dell’operatività dei Centri esistenti; altri 65mila euro inoltre serviranno all’apertura di due nuovi Centri.

Per il sostegno alla natalità sono previsti 350mila euro: finanzieranno le attività informative e di supporto, realizzate da équipe interdisciplinari, per il periodo di gravidanza e i primi mesi di vita del bambino, gli interventi per la prevenzione delle situazioni di fragilità sociale e infine l’attivazione di gruppi di sostegno tra famiglie per facilitare l’auto mutuo aiuto tra futuri e neogenitori.
I progetti dedicati alle famiglie con figli adolescenti riceveranno in totale 250mila euro: permetteranno sia le attività di orientamento, ascolto e consulenza per i genitori che la creazione di gruppi di confronto tra ragazze e ragazzi.

Le risorse per le attività dei Centri famiglia verranno distribuite in egual misura tra ognuno dei 40 Centri per una quota pari al 40%, in base alla popolazione 0-17 residente per il 55% e in base all’operatività in ambito distrettuale intercomunale per il restante 5%. I fondi per i progetti su natalità e adolescenza saranno invece suddivisi principalmente tra ogni Centro per le famiglie (l’85% della quota per la natalità, il 70% per l’adolescenza), con la parte residua assegnata in base alla popolazione minorenne.

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