Acquistare un telefonino usato sul web da un venditore virtuale, è sempre un rischio; a volte lo è anche acquistarlo dagli amici. Così tre giovani bolognesi sono stati chiamati dai Carabinieri di Imola a rispondere del reato di “Acquisto di cose di sospetta provenienza” previsto per “chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato …”.

La vicenda ha inizio a Bergamo, dove un giovane, derubato del suo iPhone di ultima generazione, scopre che il telefonino si trova in Romagna. A quel punto, i Carabinieri della Stazione di Rimini rintracciano il telefonino e sanzionano un giovane portoghese che però, si difende e riferisce di aver acquistato lo smartphone, tramite un portale dedicato alle compravendite tra privati, a Imola, da un uomo, fornendo anche la prova dei fatti e documentando il prezzo d’acquisto. Identificato e interpellato dai Carabinieri della Stazione di Imola, il venditore si giustifica dicendo di aver a sua volta acquistato il telefonino da un amico bolognese il quale, a sua volta, afferma la stessa cosa, sostenendo di aver acquistato l’iPhone da un altro amico, anch’egli residente nel capoluogo emiliano. Quest’ultimo ha chiuso il cerchio asserendo di aver acquistato l’oggetto da uno sconosciuto, ma non sapendo aggiungere altro. Nessuna prova a sostegno delle rispettive giustificazioni e così ora i tre amici dovranno ora difendersi innanzi l’Autorità Giudiziaria.

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