Nella giornata di ieri il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, e i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani, hanno inviato una lettera congiunta sulla situazione e sulle misure a sostegno del settore ceramico italiano al presidente del Consiglio Draghi, al ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, al ministro del Lavoro Orlando e al ministro della Transizione Ecologica Cingolani.

L’industria manifatturiera nazionale, da sempre perno per la crescita economica e sociale, nonché colonna fondamentale dell’economia europea, non può che essere centrale nelle politiche di rilancio che sono previste sia dai programmi governativi che da quelli comunitari, soprattutto alla luce della programmazione dei fondi del “NextGenerationEU”.

Il perdurare della pandemia da Coronavirus ha colpito l’economia e le sue prospettive future dominate dall’incertezza mondiale – scrivono i quattro rappresentanti del settore ceramico nella lettera -. Il drammatico aumento dei costi delle commodities energetiche, in particolare il gas naturale e l’energia elettrica, e l’aumento generale delle materie prime, sono fenomeni che non si stanno delineando come temporanei o di breve durata. Sono fenomeni che possono determinare il crollo di marginalità importanti, in settori “altamente energivori” come quello ceramico, costituito da oltre 300 imprese ed un fatturato di circa 6500 milioni di euro, compromettendone la competitività industriale e mettendo a rischio questo importante comparto dell’economia nazionale. A questo si aggiunge l’andamento delle quotazioni delle quote EUA, salite in breve a 80 euro.  In settori dove non sono ad oggi disponibili cambi di tecnologia produttiva, il sistema ETS rischia di fallire il suo obiettivo di sostegno alla trasformazione del modo di produrre in Europa.

Dato il protrarsi di questo stato del settore ceramico Confindustria e Sindacati, fortemente preoccupati, chiedono:

  1. Nell’ambito della mitigazione degli impatti del costo del gas naturale di valorizzare il ruolo potenziale del gas nazionale in sostituzione del gas importato;
  2. Nell’ambito della mitigazione degli impatti del costo dell’energia (elettrica e gas) di prevedere, interventi di contenimento e ripristino di adeguati costi energetici e delle materie prime;
  3. Di introdurre nella disciplina EU-ETS correttivi, anche temporanei, che limitino le spinte speculative verso il rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione e l’opportunità di destinare integralmente tali risorse per agevolare il processo di riconversione produttivo delle industrie fortemente energivore;
  4. Di assicurare l’accesso agli ammortizzatori sociali per tutelare il sistema produttivo ed i correlati livelli occupazionali in questa fase di eccezionale incremento dei costi energetici;
  5. Sul versante delle politiche per il lavoro, di sostenere il ricambio generazionale e l’acquisizione di nuove competenze attraverso specifici interventi di sostegno alle imprese;
  6. Nell’ambito dell’economia verde e di una giusta transizione energetica di favorire l’utilizzo di vettori energetici sostenibili e a basse emissioni attraverso il sostegno all’acquisto di macchinari e all’adeguamento degli impianti, alla realizzazione della filiera nazionale;
  7. Nell’ambito dell’efficienza energetica, di favorire il rafforzamento degli strumenti di sostegno in essere e sostenere la riqualificazione energetica del parco immobiliare.

Queste, in sintesi, le richieste avanzate dalle parti sociali ed industriali al Governo, con la preghiera di realizzare in tempi brevi un incontro con l’Esecutivo, volto ad approfondire nel dettaglio queste tematiche.

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