Una indagine dell’Ufficio studi Lapam Confartigianato ha messo in luce gli effetti della crisi russo-ucraina sull’economia reggiana. Secondo gli ultimi dati Istat riferiti al periodo gennaio-settembre 2021, le esportazioni della manifattura reggiana verso la Russia ammontano a 194 milioni di euro. La guerra in corso avrà sicuramente un impatto forte, come già avvenne nel 2014 con l’annessione della Crimea e l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina. La preoccupazione è forte soprattutto per le conseguenze umanitarie inaccettabili, l’auspicio è che le armi lascino spazio alla diplomazia.

Nella classifica dei paesi verso cui esportiamo maggiormente, la Russia risulta essere l’undicesimo paese destinatario per la provincia di Reggio Emilia, con l’1,4% del valore aggiunto del territorio che finisce in quel mercato, tra le province emiliano-romagnole la nostra è la seconda per valore di esportazioni verso la Russia.

Impatto del conflitto russo-ucraino

Osservando l’andamento delle esportazioni made in Reggio verso la Russia nel corso degli ultimi 10 anni, si può notare che il valore massimo era stato raggiunto nel 2013. L’anno successivo con l’annessione della Crimea alla Russia è scoppiata la crisi russo-ucraina. Dunque dal 2014 la comunità internazionale ha imposto sanzioni e restrizioni commerciali – ad oggi ancora in vigore – nei confronti della Russia. Le ripercussioni sull’export delle nostre province sono evidenti: al 2021 i livelli delle esportazioni sono ancora inferiori del 33,4% a Reggio Emilia rispetto al massimo storico del 2013.

I prodotti più esportati verso la Russia

Per la provincia di Reggio Emilia troviamo al primo posto articoli di abbigliamento (41,7%) – un settore ad alta presenza di micro e piccole imprese – seguono macchinari (30,7%) e apparecchiature elettriche e per uso domestico (5,7%). Nel loro complesso i settori ad alta concentrazione di micro e piccole sono responsabili della metà (il 50,2%) delle esportazioni totali reggiane verso la Russia.

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