Quaranta coordinatori dei Gruppi di controllo di comunità hanno incontrato questa settimana l’assessore a Legalità e Coesione sociale Nicola Tria al centro sociale Orologio, per fare il punto e programmare il rilancio delle attività, dopo due anni di pandemia.
I Gruppi sono una presenza discreta, ma parte importante del sistema di sicurezza integrato e di coesione sociale della città. A Reggio Emilia, infatti, sono in tutto 3.000 i volontari, organizzati in 35 Gruppi di controllo di comunità che, a partire dal 2017, affiancano il loro impegno di collaborazione agli interventi di competenza esclusiva delle forze di polizia, per garantire una migliore vivibilità degli spazi pubblici e una migliore qualità della vita delle cittadine e dei cittadini, riducendo il senso di insicurezza e solitudine attraverso il protagonismo civico. Fra l’altro, durante le fasi del lockdown, grazie alle relazioni stabilite e alla conoscenza capillare della comunità, i Gruppi si sono spontaneamente impegnati in forme di aiuto e solidarietà alle persone più fragili e isolate.
I Gruppi di controllo di comunità sono un progetto del Comune di Reggio Emilia realizzato in collaborazione con la Prefettura e le forze dell’ordine, che si propone di rafforzare il rapporto di collaborazione tra i cittadini e le istituzioni, promuovendo l’educazione al rispetto della legalità, al dialogo tra le persone e all’integrazione sociale. Allo stesso tempo questi cittadini sostengono lo sviluppo del senso civico di appartenenza alla comunità di residenti, agevolando una più serena convivenza, svolgendo una meticolosa attività di osservazione del territorio, segnalando prontamente, attraverso referenti specifici, alle forze di polizia attività e movimenti sospetti in una ottica di prevenzione dei reati.
L’assessore Nicola Tria ha ribadito la centralità del ruolo dei Gruppi di controllo di comunità nella città, confermando l’apprezzamento della giunta comunale e delle forze dell’ordine per le attività svolte e allo stesso tempo ha rilanciato: “Ora entriamo in una nuova fase del progetto che, nel riconfermare l’impegno sulla sicurezza della città, si aprirà a nuove esperienze come la divulgazione di una campagna di informazione contro le truffe, attraverso un contatto diretto con i cittadini, e la realizzazione di eventi di socializzazione sul territorio. Questi Gruppi già oggi si configurano come dei veri e propri custodi di quartiere, interessati, attivi e attenti non unicamente alla sicurezza, ma anche alle relazioni, alla socialità di territorio e allo spazio comune, cioè alla coesione sociale”.