Pochi giorni fa era intervenuto il Presidente Provinciale Confesercenti Modena, Mauro Rossi, a denunciare la gravità della situazione per il settore terziario e le imprese del territorio. Alle sue parole si affiancano quelle di Fiepet che, riunito il suo Consiglio nei giorni scorsi, denuncia le difficoltà per la categoria dei ristoratori, alle prese con varie penalizzazioni e una crisi che, da due anni a questa parte, non sembra aver fine.

“Stiamo vivendo un periodo davvero difficile per tutta la categoria – commenta Daniele Cavazza Coordinatore Provinciale Fiepet Confesercenti Modena. Oltre al caro bollette, che sta affliggendo famiglie e attività e il Covid ancora presente, con molti modenesi in isolamento o smart working, alcuni operatori segnalano aumenti ingiustificati su alcuni prodotti, quali i vini o i salumi, beni che al momento non dovrebbero risentire significativamente dell’incremento dei costi di produzione dovuti al caro energia. O anche altri prodotto quali i latticini, che vedono aumenti ben al di sopra dei livelli di inflazione. Quello che molte attività segnalano, in sostanza, sono tentativi di speculazione da parte di alcune imprese fornitrici. Ma il problema maggiore resta quello del costo dell’energia in quanto le risorse fin qui stanziate vanno a favore delle famiglie (riduzione IVA – che per le imprese non è un costo) o per le industrie energivore con consumi superiori a 1GigaWatt annuo: Il beneficio per bar e ristoranti, quindi, si riduce a risparmi nell’ordine del 10/11% quando gli aumenti vanno dal 50% al 100% del costo della bolletta”.

Al momento le imprese della ristorazione e bar non intendono aumentare i prezzi dei listini, nella speranza che a breve vi sarà un raffreddamento dell’inflazione sull’energia e sulle materie prime, ma con il protrarsi del tempo diventa sempre più difficile ipotizzare di non ritoccare i prezzi.

“I ristoratori non potranno andare avanti così ancora per molto – continua Cavazza – e se non ci saranno interventi a sostegno della categoria da parte del Governo, in primis sul costo dell’energia e con una moratoria sui mutui accesi con il primo “Decreto Liquidità”, molte imprese rischiano la chiusura” conclude Cavazza.

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