Sale la preoccupazione delle imprese del settore delle costruzioni che non esitano ad affermare che si sentono prese in giro dalle scelte normative effettuate dal Governo per cercare di rispondere alle anomalie sui mercati determinati dall’esplosione dei prezzi delle materie prime. A mettere di nuovo in forte allarme il Collegio Imprenditori Edili Emilia è la scelta del Consiglio dei Ministri di eliminare un passaggio fondamentale del Decreto Energia che sino al 18 marzo era presente e che, misteriosamente, è sparito dal testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, lasciando le briciole di una possibile anticipazione delle compensazioni già previste.

“Il dietrofront del Governo è incomprensibile e appare come uno schiaffo sonoro e doloroso ad un intero settore che rischia il collasso. Il Governo con la sua decisione, tanto repentina quanto inattesa, si dimostra insensibile rispetto all’impossibilità delle imprese di poter continuare i lavori nei cantieri a causa dei continui aumenti dei materiali che li costringono a subire pesanti perdite nei lavori già acquisiti e avviati utilizzando listini più utili per la teca di un museo che per definire i contenuti giuridici di un contratto. Quando abbiamo visto che tra le cause di forza maggiore per la sospensione di un contratto di appalto era stato inserito anche l’aumento anomalo e improvviso dei materiali utilizzati per le costruzioni, avevamo pensato ad una scelta positiva, certamente non risolutiva, ma almeno si andava nella giusta direzione. Leggere poi che tutto questo è sparito dal testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale è per noi una vera e propria doccia fredda” tuona Claudio Candini presidente del Collegio Imprenditori Edili Emilia.

Intanto i prezzi continuano a crescere: dopo il bitume, il gasolio, il ferro, le materie plastiche .. e per aprile è già stato annunciato un altro pesante aumento del cemento (fino a 30 €/ton) che porterà il calcestruzzo ad un aumento di circa 15 €/mc. Di fronte a una situazione di questo tipo l’azienda si trova stretta in una morsa che può essere mortale. L’imprenditore davanti a sé ha due strade: decidere di continuare a lavorare, rispettando il contratto, oppure bloccare le attività. Nel primo caso si aprirebbe la strada ad una lenta agonia che potrebbe portare al fallimento, nel secondo si andrebbe incontro a diffide e cause legali da parte del committente. A confermare l’insostenibilità della situazione per l’intero settore c’è un altro dato: in Italia sono ormai diverse decine le gare pubbliche per l’assegnazione di lavori andate deserte. La motivazione è tanto singolare quanto semplice: in un momento in cui i prezzi dei materiali utilizzati aumentano, in modo esponenziale e con cadenza quasi quotidiana (oggi la validità di un preventivo non supera i tre giorni), approntare un’offerta che sia economicamente sostenibile è pressoché impossibile per cui si preferisce, paradossalmente, non “rischiare” di vincere la gara perché se ciò avvenisse si lavorerebbe in perdita.

“Il nostro, lo ribadiamo, non è solo un grido di serio allarme, vorremmo andare oltre, cercando di creare delle alleanze con i committenti per evitare che il sistema collassi. Ci aspettiamo però che si faccia sistema e che, nel rispetto delle varie competenze, si creino delle alleanze per superare insieme questa difficilissima situazione. Speriamo che il Governo si ravveda e intervenga per aiutare il nostro comparto” conclude Claudio Candini Presidente del Collegio Imprenditori Edili Emilia.

 

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