Siccità Po – foto di Paolo Panni

A distanza di una settimana dall’ultima rilevazione, concomitante con la riunione dell’Osservatorio Permanente dell’Autorità Distrettuale sulle crisi idriche, lo stato complessivo degli indicatori idro-meteo-climatici nel Distretto Padano del fiume Po non evidenziano miglioramenti sostanziali e il quadro che si delinea mostra chiaramente come lo stato di perdurante siccità si stia lentamente spostando da Ovest a Est incidendo progressivamente su tutte le aree lungo il corso del Grande Fiume.

A fronte di un deficit di pioggia sull’intero Distretto che, negli ultimi trenta giorni, è superiore ai 100 millimetri in meno (pari a -92%) e dopo 107 giorni di assenza di precipitazioni significative nel comprensorio padano le portate evidenziano un abbassamento drastico in tutte le stazioni di registrazione del dato, tutte al di sotto della soglia di emergenza, raggiungendo i livelli più bassi dal 1972. L’area ad oggi che ancora mostra il deficit maggiore, quindi con una siccità definita estrema che si sta propagando verso valle, è sicuramente quella Piemontese fino alle province di Piacenza e Cremona, ma il trend si palesa anche a Boretto e Borgoforte, fino a raggiungere il Delta nella stazione di Pontelagoscuro (Fe).

Rispetto alla scorsa settimana le quote rilevate hanno portato un ulteriore calo della risorsa idrica disponibile fino al 5% nelle stazioni di Piacenza, oggi a -70% (dal -66% di sette giorni fa) e Cremona a -62% (rispetto al -57% della settimana scorsa); ma sono in discesa anche le quote di Boretto, ora a -61% (da -60%), Borgoforte, a -56% (da -54%) e Pontelagoscuro, a -56% (da -55%).

Sia i Grandi laghi che gli invasi artificiali, invasati dal 5 al 30% rispetto alla media, languono pesantemente e i possibili quanto necessari rilasci dal Lago Maggiore a beneficio delle aree sottostanti non saranno attuabili in modo proporzionale al fabbisogno agroambientale.

Estremamente deficitario anche lo stato del manto nevoso su tutto l’arco Alpino e quasi del tutto assente da quello Appenninico. Prosegue anche l’invadenza progressiva delle acque salmastre verso l’interno (oltre 12 km) provenienti dal Mare Adriatico con inevitabili ripercussioni sul mantenimento della capacità di irrigare da parte delle colture che stanno entrando nel vivo della stagione. Proprio in questi giorni infatti i Consorzi di bonifica stanno dando il via alla stagione irrigua a beneficio delle produzioni tipiche dei rispettivi territori e il prelievo potrà inevitabilmente incidere su ciò che resta della risorsa idrica disponibile.

Quello che in questo preciso momento colpisce è soprattutto la proiezione sul medio-lungo periodo delle previsioni meteo-climatiche che non regalano ottimismo. Pur nella consapevolezza che il minor rischio di errore di previsione è tra i 10-12 giorni gli scenari non annunciano piogge omogenee o significative fino alla metà del mese di Aprile. Il regime anticiclonico, anche associato a masse di aria fredda in quota proveniente dall’area dei Balcani, genera stime di piogge decisamente al di sotto della media del periodo a cui si affiancheranno valori di temperatura sotto la media climatologica. Ed in questo quadro poco rassicurante, come se non bastasse, l’aridità dei suoli favorisce anche l’incremento del numero degli incendi ed una eventuale ventilazione potrebbe ulteriormente esporre il territorio a rischi causati da questo fenomeno.

“Sono giorni di grande impegno nel mantenere alta la soglia di attenzione su ogni singola area interessata dalla siccità nelle regioni del Distretto del Po. – ha commentato il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE Meuccio Berselli – Le Regioni stanno naturalmente attrezzandosi, grazie al lavoro delle singole agenzie di monitoraggio meteo, per mettere in campo interventi mirati che cercheremo di concertare all’interno del prossimo importante Osservatorio il giorno 29 Marzo in cui approfondiremo ogni singola criticità cercando di non disperdere nemmeno una singola goccia di acqua”.

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