Sono oltre 290 gli iscritti al convegno che si svolgerà sia in presenza che in webinar mercoledì 30 marzo alla sala convention del MEF Museo Enzo Ferrari di Modena, per fare il punto della situazione sull’incremento dei costi, ma anche sulle possibili soluzioni per fronteggiare la situazione anche alla luce della recente crisi internazionale.
Il convegno, organizzato da UPI Emilia-Romagna in collaborazione con la Provincia di Modena, vedrà la presenza di Gianpiero Paolo Cirillo, Presidente di sezione del Consiglio di Stato, Tiziano Tessaro, Consigliere della Corte dei conti dell’Emilia-Romagna, oltre al Prefetto di Modena Alessandra Camporota, Giuseppe Molinari, Presidente Camera di Commercio di Modena, Stefano Glinianski, Magistrato della Corte dei conti e Direttore dell’organismo indipendente di valutazione (OIV) della Farnesina, Stefano Betti, Presidente di ANCE Emilia-Romagna e gli avvocati Alessandra Pradella e Michele Lombardo.
Nel corso del consegno di discuterà del fatto che la pandemia sanitaria, divenuta anche pandemia economica per i dirompenti effetti sul mercato, che ha reagito con l’eccezionale rialzo dei prezzi delle materie prime, pone il problema dei rapporti d’appalto sorti ante crisi e travolti dalle sopravvenienze nel corso d’esecuzione. La compromissione dell’equilibrio originario del rapporto mette a rischio l’esecuzione di opere e servizi, pubblici e privati.
Gli odierni accadimenti hanno messo a dura prova i rimedi legislativi ordinari per il riequilibrio dei rapporti sinallagmatici di durata, categoria a cui appartengono gli appalti in questione, facendone emergere l’inadeguatezza di fronte alla gravità ed estensione del fenomeno. Neppure gli interventi ad hoc adottati dal legislatore dell’urgenza si sono dimostrati all’altezza della situazione, tra tendenze minimizzatrici dell’aumento dei prezzi e ristori settoriali, che non hanno comportato un equo compenso per l’appaltatore né soluzioni appaganti per i committenti, frapponendosi ad essi il principio di vincolatività del contratto e la cronica carenza di risorse economiche pubbliche.
Impedimenti che, tuttavia, potrebbero essere bypassati con una seria e corretta rimodulazione del rapporto, non solo economica, così come indicato dalla Cassazione civile (Rel. Tematica n. 56/2000).
Nell’attesa di misure di sostegno adeguate o che la situazione rientri, grazie al finanziamento della crescita e al comportamento responsabile degli investitori, così come auspicato dagli economisti, che pur tuttavia non si sbilanciano sulle tempistiche, rese ancora più imprevedibili dai recenti e tragici eventi bellici, l’appaltatore e il committente possono, anzi devono cooperare per il riequilibrio del rapporto compromesso.
Il rimedio della rinegoziazione è, difatti, insito nel sistema giuridico e opera attraverso la clausola generale di buona fede e il principio Costituzionale di solidarietà, così come implementati e attualizzati da dottrina e giurisprudenza anche contabile, in funzione di ciò che è giusto, alla luce dei reali accadimenti e della causa concreta, economica del contratto, per soddisfare la quale è sorto e va eseguito il rapporto dalle parti, nel convergente interesse pubblico-privato alla salvaguardia del contratto, onde assicurare la realizzazione di opere e servizi, a beneficio della collettività, oltre che dei contraenti.