Sabato 2 aprile alle 21 presso la chiesa della Ss. Consolata a Sassuolo, con ingresso libero, si terrà un recital dedicato alla vita del Beato Odoardo Focherini, “Storia di un giusto tra le Nazioni”.
Letture, musica e riflessioni a cura di Lilia e Angelo Borghi, con la partecipazione di numerosi lettori, musicisti e del coro della parrocchia della Ss. Consolata.
“Perché organizzare una serata sul beato Odoardo Focherini?”, spiegano gli organizzatori. “Pochissimi lo conoscono per nome e quasi nessuno sa le ragioni della beatificazione avvenuta nel giugno del 2013. Ma per tanti, la figura di Odoardo Focherini può costituire una vera e propria “pietra d’inciampo”.
Nato a Carpi ma con profonde radici nella val di Sole, a Celentino vi è la casa dei genitori e nella chiesa Parrocchiale sono custodite alcune sue reliquie, Odoardo tornava fra le sue montagne nei periodi feriali.
Impegnato nell’arco della sua breve esistenza in molteplici attività, è stato fondamentale per la nascita dello scoutismo e dell’AC a Mirandola, ha collaborato con don Zeno Saltini, suo amico e fondatore di Nomadelfia, ha scritto per L’Avvenire d’Italia e per L’Osservatore Romano.
Ciò che però è decisivo nella sua vita è aver “inciampato” nel dramma degli Ebrei durante la seconda guerra mondiale. In collaborazione con i sacerdoti della Bassa, assicurò la salvezza a più di cento ebrei, guadagnandosi il titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Fervente cristiano, interpretò alla lettera il Vangelo, sacrificando la sua vita per il prossimo.
“Odoardo – ricorda il Vescovo di Modena monsignor Erio Castellucci – ha frequentato le parole, le ha maneggiate, ne ha conosciuto il valore e le risorse”
Ha ripetuto le parole dolci e tenere, ma anche esigenti, che un marito e un padre ascoltano e trasmettono in famiglia. Ha scelto, come giornalista, le parole più adatte ad interpretare gli avvenimenti nella chiave di lettura evangelica e le ha divulgate attraverso la stampa e la radio.
Per aver incarnato i tratti del buon samaritano si è infine trovato in mezzo a quell’assurdo e mostruoso discorso d’odio, dove le parole violente sono diventate pietre e in quell’inferno è stato costretto a confrontare le parole della carità e dell’altruismo, che lo incitavano a continuare la sua pericolosa attività per salvare dalla morte tanti ebrei perseguitati.
E sono state proprio le parole dei suoi bimbi, educati dalla sua sposa, a convincerlo ad andare fino in fondo nell’impegno per la giustizia, anche a costo della vita”.