La guerra in Ucraina prosegue da oltre un mese con un prezzo drammatico per la popolazione civile e mentre si lavora per una soluzione diplomatica (in cui si colloca anche la lunga telefonata del premier Draghi al presidente russo Putin) l’implicazione più rilevante continua ad essere l’emergenza umanitaria. Dei 4 milioni di rifugiati scappati, soprattutto verso l’Unione europea, circa 77mila sono giunti in Italia dove l’Emilia-Romagna è tra le prime regioni per numero di profughi accolti. A Modena e provincia, alla data di mercoledì 30 marzo, secondo i dati dell’Ausl, risultano arrivate 2.657 persone ucraine in fuga dalla guerra, in prevalenza donne e per la metà minori. Al Centro Stranieri del Comune di Modena si sono rivolti 393 rifugiati ucraini di cui 182 minori; 192 sono le segnalazioni arrivate alla Prefettura ai fini dell’accoglienza, che ne ha inserite 75 attraverso il sistema Cas; altre 129 accoglienze sono state effettuate dal Comune di Modena che attualmente ne ha in atto 59.
I dati sono stati forniti dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli durante l’informazione sull’emergenza ucraina al Consiglio comunale di giovedì 30 marzo, in cui il sindaco ha innanzitutto spiegato le principali novità nazionali sul versante dell’assistenza alla popolazione ucraina contenute nella nuova e attesa ordinanza del Dipartimento nazionale di Protezione civile che però non contiene alcuna forma di sostegno economico diretto ai Comuni. “Da quello che ci risulta – ha osservato il sindaco – in sede di confronto tra Governo, Regioni, Anci e Upi non si è trovato un punto di caduta tra le richieste degli Enti locali e quanto proposto dal Governo”, ma Muzzarelli ha anche precisato: “Sono arrivate rassicurazioni in merito al fatto che in sede di conversione in legge del Decreto Ucraina verrà garantito un rimborso forfettario, per numero di accoglienze, ai Comuni con uno stanziamento congruo alle esigenze”. È ha sottolineato: “È obbligatorio questo rimborso per i Comuni perché, a un mese abbondante dall’inizio dell’emergenza, appare evidente a tutti che gli Enti Locali non hanno finanze proprie minimamente in grado di reggere la prima fase di accoglienza per molto tempo (costi scolastici compresi)”.
Ricordando poi il funzionamento del sistema dell’accoglienza a livello locale: dal primo orientamento al Centro stranieri alla registrazione presso la Questura, dall’assistenza sanitaria all’inserimento scolastico, Muzzarelli si è soffermato proprio sul tema scuola perché “questa emergenza umanitaria è caratterizzata da un altissimo numero di minori”. A Modena sinora l’accoglienza scolastica ha gestito 68 accessi (di cui 40 attraverso i due Sportelli comunali attivati al settore Istruzione e al Centro Memo e 28 direttamente dagli Istituti Comprensivi) di cui almeno 8 inserimenti già avvenuti. Delle 40 richieste smistate dagli Sportelli comunali, due riguardano il nido e sono in corso le verifiche per l’inserimento e 13 sono per la scuola d’infanzia: in quattro casi l’inserimento è avvenuto, in altri cinque lo sarà a breve e i restanti casi formalizzeranno l’iscrizione presso l’Istituto comprensivo di riferimento. Inoltre, stanno avvenendo le iscrizioni relative a 16 richieste per la scuola primaria indirizzate agli Istituti Comprensivi di riferimento; anche 7 richieste per le medie sono state indirizzate ai Comprensivi e sono in corso gli inserimenti; infine altre due richieste riguardano le scuole superiori.
Sul versante dell’ordinanza recante Ulteriori disposizioni urgenti per assicurare l’accoglienza della popolazione ucraina Muzzarelli ha ricordato infine le due principali novità introdotte: il contributo di sostentamento per le sistemazioni famigliari e parentali, che fino a questo momento rappresentano la stragrande maggioranza degli arrivi in Italia e il bando per attivare ulteriori posti per l’accoglienza diffusa. E ha precisato che “come Amministrazione comunale abbiamo già riconvocato tutta la rete del terzo settore per fare il punto della situazione e costruire con loro una candidatura al bando della Protezione Civile sulla accoglienza diffusa”. Inoltre, “ieri abbiamo anche incontrato le associazioni di categoria economiche e commerciali, oltre a Federalberghi, con le quali abbiamo chiesto di verificare disponibilità di collocazioni e camere nel caso i numeri diventassero non più gestibili”.