“Nessun settore, a fine 2021, aveva raggiunto i livelli pre Covid, ovvero quelli del 2019. E con questa guerra, che sta già frenando pesantemente la ripresa, oltre che con le tensioni sui prezzi di materie prime ed energia, il futuro non è purtroppo roseo”. Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, lancia l’allarme sulla base dei dati reali e confrontabili di un ampio campione di imprese associate elaborati dall’Ufficio studi Lapam.
Lapam Confartigianato ha infatti fornito servizi di contabilità ordinaria, semplificata o in regime forfettario durante il triennio 2019-2021 a 4.589 imprese che costituiscono il campione in analisi, ed è bene precisare che il campione non contempla l’andamento di tutte quelle imprese che hanno cessato l’attività nel corso dell’ultimo triennio, né a quelle che sono nate in questi periodo.
Durante il 2021 il campione di imprese ha emesso fatture per 1 miliardo 171 milioni di euro, in calo del 5% rispetto al 2020, anno in cui il valore raggiungeva 1 miliardo 232 milioni di euro, e con un pesante -13,3% rispetto ai livelli del 2019, quando il campione aveva emesso fatture per 1 miliardo 351 milioni di euro. Analizzando i principali macrosettori di attività, emerge come nessuno di questi abbia recuperato i livelli di fatturato pre Covid. Costruzioni e Commercio e autoriparazione sono i due settori fanno registrare un calo più contenuto (rispettivamente -1,1% e -5,4%), e inoltre sono quelli che hanno visto una crescita di fatturato rispetto al 2020 (+1,8% e +0,9%). Nel 2021 il settore dell’alloggio e ristorazione ha visto un forte rimbalzo (+15,9%) rispetto al 2020, quando c’è stato il più prolungato fermo delle attività, ma rimane ampiamente al di sotto dei valori pre pandemia (- 18,3%). Continua il calo di fatturato per il comparto manifatturiero: il -10,9% del 2020 si somma il -9,3% del 2021, arrivando a sfiorare il 20% di calo, per la precisione il 19,2%, rispetto ai livelli del 2019. I servizi alle imprese risultano infine essere il macrosettore con il calo più marcato sia rispetto al 2019 (-27,4%) sia rispetto al 2020 (-19,9%).
“Questi numeri sono molto preoccupanti e sfatano il falso mito di una ripresa galoppante in atto – fa notare Luppi -. E’ vero che le cose stavano cominciando ad andare meglio nella seconda metà del 2021, ma un po’ la recrudescenza della pandemia nei mesi invernali e un po’, anzi soprattutto, le tensioni internazionali, ci stanno facendo ripiombare in una incertezza molto pericolosa. Va anche evidenziato, al contempo, che il dato complessivo del campione rappresenta una media di singole variazioni anche molto diverse: quasi la metà delle imprese (il 46,3%) registra un completo recupero di fatturato nel 2021 rispetto al 2019, mentre oltre un quarto (il 26,3%) ha cali superiori al 30%”.
Andando nel dettaglio dei settori di attività più rappresentativi del campione (ossia quelli che comprendono almeno 100 imprese), si evidenzia come abbiano recuperato i livelli di fatturato del 2019 i settori della confezione di articoli di abbigliamento (+4,4%), la costruzione di edifici (+3%) e il commercio al dettaglio (+0,1%), mentre sono lontanissime da quell’obiettivo immobiliari (-34,3%), fabbricazione di prodotti in metallo (-21,8%) e trasporti (-20,3%).
Se si analizza il fatturato delle imprese in base alla loro dimensione aziendale risulta che solamente le micro imprese con meno di 5 dipendenti hanno visto nel 2021 una crescita del fatturato sul 2020 (+6,2%). Queste sono anche quelle con un più limitato calo di fatturato rispetto al 2019 (si fermano a un -2,9%). Infine si nota che il fatturato delle imprese con una guida under 40 anni è calato di meno rispetto alle altre imprese (-4,1% contro -14,2%).