La Chirurgia dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Fabrizio Di Benedetto nuovamente protagonista nel contesto del Congresso annuale della Società Internazionale del Trapianto di Fegato (ILTS) che si è svolto dal 4 al 7 Maggio a Istanbul.
Si tratta di un evento di grande importanza, per il prestigio della società scientifica e per il ritorno ad eventi scientifici internazionali in presenza dopo lo stop causato dalla pandemia mondiale, consentendo il confronto e lo scambio tra le principali realtà chirurgiche mondiali. Il reparto di Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha prodotto numerosi lavori scientifici presentati al congresso. In particolare, il prof Fabrizio Di Benedetto – Ordinario di Chirurgia Generale di UniMoRe e Direttore della Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’AOU – è stato invitato in qualità di esperto a tenere una relazione sul tema dell’approccio chirurgico mini-invasivo robotico per il trattamento di complessi tumori delle vie biliari del fegato.
Inoltre il Dott. Paolo Magistri, ricercatore di UniMoRe e chirurgo dell’unità diretta dal Prof Di Benedetto, è stato premiato con lo “Young Investigator Award”, importante riconoscimento scientifico dedicato ai giovani ricercatori under 40. Il lavoro premiato è stato proprio quello del confronto tra tecnica tradizionale e robotica negli interventi chirurgici per tumori del fegato in pazienti inizialmente non operabili. Il titolo del lavoro premiato è “Robotic vs open associating liver partition and portal vein ligation for staged hepatectomy (ALPPS)”.
“Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto” – ha spiegato il prof. Di Benedetto – “si tratta di un premio importante che sancisce ulteriormente la bontà degli sforzi profusi dal nostro centro”. L’esperienza presentata dal Prof. Di Benedetto e dal Dott. Magistri si basa su tecniche innovative in chirurgia robotica del fegato, e sono il frutto di un’esperienza complessiva di oltre 1000 resezioni epatiche presso l’AOU di Modena e circa 300 interventi chirurgici robotici per malattie del fegato. “Grazie al programma robotico attivo ormai da 7 anni grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna, oggi l’AOU di Modena può offrire ai pazienti che vi accedono i trattamenti più innovativi al mondo, in grado di portare al trattamento chirurgico radicale pazienti inizialmente non operabili a causa dell’estensione dalla malattia. Con il nostro studio abbiamo dimostrato che l’approccio robotico consente di ridurre il rischio di complicanze e di mortalità in questi casi estremamente delicati, e di migliorare la ripresa post-operatoria riducendo la degenza totale in ospedale ed in terapia intensiva” ha poi concluso il prof. Di Benedetto.
“Abbiamo sempre creduto ed investito nell’ambito della chirurgia robotica e nella medicina di precisione per il miglioramento delle cure dei nostri pazienti” – ha commentato il Direttore Generale dell’AOU dott. Claudio Vagnini – “Dotando lo stabilimento del policlinico della piattaforma robotica abbiamo voluto far sì che il profilo delle cure si mantenesse ai vertici e che i giovani medici potessero accedere ad una formazione al passo con i tempi. Il riconoscimento internazionale di questo progetto ci inorgoglisce e ci spinge a perseguire i nostri obiettivi di continua crescita, per offrire all’utenza i trattamenti più moderni”.
Ad oggi l’esperienza del Policlinico di Modena sulla chirurgia del fegato, vie biliari e pancreas con approccio robotico conta oltre 370 interventi, raggiungendo così oltre il 60% di interventi eseguiti con tencologia mini-invasiva robotica. Questi standard, ai vertici internazionali, rendono il Policlinico meta di studio per numerosi specialisti e medici in formazione che qui vengono ad apprendere l’uso delle nuove tecnologie nella cura dei tumori del fegato.