Un luogo, uno spazio, che nasce negli anni ’30 come Casa del Fascio, per diventare centro della vita sociale del paese. Nel dopo guerra si trasforma in casa del Popolo, ampliando le possibilità di utilizzo e cominciando ad ospitare i primi spettacoli, soprattutto feste da ballo.

Dopo una importante opera di ristrutturazione degli anni ’60 l’immobile comincia a prendere sempre più la forma attuale e soprattutto diventa il vero e proprio centro culturale del paese e dell’intera vallata con l’avvio della Sala Cinematografica. Il Cinema Nazionale, questo il suo storico nome, conoscerà anni di grande partecipazione e d entusiasmo, luogo culturale e di ritrovo per eccellenza di una popolazione che inizia ad entrare nella modernità.

Negli anni ’90 iniziano ad esserci problemi strutturali e di adeguamento agli standard di sicurezza: lo stabile però è di proprietà del demanio e i gestori poco possono per evitare quello che purtroppo succederà a inizio 2000, la chiusura.

Da allora inizia a nascere un interesse popolare e trasversale verso la riapertura dello spazio.

Nasce anche un’associazione culturale ad hoc, “Cinema, Teatro e..”, che inizia a raccogliere fondi e a supportare il Comune nella progettazione degli interventi di riqualificazione necessari alla riapertura. Il Comune, nel 2014, riesce ad acquistare l’area dal Demanio e comincia ad investire risorse per le prime opere di ristrutturazione.

Nasce così la forte volontà di arrivare in fondo per creare uno spazio pubblico, polivalente, che possa ospitare eventi di qualità ed essere anche uno spazio di socializzazione.

Non solo. Il progetto di riqualificazione non si limita alla sola sala del Teatro ma a tutto lo stabile, composto da altri due piani, che attualmente ospitano servizi comunali (polizia locale e centro per l’impiego) e che in futuro ospiteranno anche scuole di musica, di teatro, di arte, creando così un grande centro culturale.

L’amministrazione riesce ad ottenere risorse da diverse fonti di finanziamento, soprattutto da bandi regionali, e nelle settimane scorse finisce i primi lavori, per oltre 500.000 euro. Nel frattempo, tramite l’Unione dei Comuni, ha ottenuto altri 600.000 euro per poter completare tutti i lavori.

Si è deciso però di non aspettare il completamento di tutti i lavori per inaugurare: gli spazi destinati agli spettacoli sono pronti e utilizzabili e, visto il periodo storico in cui viviamo e i 2 anni di pandemia appena trascorsi, la volontà è quella di dare alla cittadinanza uno spazio dove poter tornare a incontrarsi, fruire di eventi culturali, assistere a eventi collettivi.

Nasce così il Teatro Comunale di Castiglione dei Pepoli, finemente ristrutturato, che potrà ospitare fino 200 persone. Un teatro polivalente, un luogo della cultura situato nel centro della cittadina di crinale che con il teatro e lo spettacolo ha un legame particolare, fregiandosi di essere il paese di nascita del grande Leo Nucci. E il baritono di fama mondiale, che ha da poco spento le 80 candeline, ha seguito passo passo e con grande interesse la realizzazione del teatro, dando consigli e spronando tutti ad andare avanti.

Si inaugura il 13 maggio col Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la Sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, la delegata alla cultura per la Città metropolitana di Bologna Elena Di Gioia, oltre ovviamente al Sindaco di Castiglione dei Pepoli Maurizio Fabbri e a Marco Tamarri, responsabile Cultura e Turismo dell’Unione Appennino.

Il calendario comincia poi a prendere forma: si inizia venerdì 20 maggio alle 21 con Vito e le sue “storie della bassa”; nelle settimane successive ci saranno poi convegni, saggi musicali, spettacoli teatrali e concerti, fra i quali spicca la tappa del tour europeo di Paolo Fresu e il suo omaggio a Ferlinghetti il 25 giugno.

 

 

 

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