Se nel 2021 il mercato immobiliare ha registrato un incremento delle compravendite in ambito residenziale di oltre il  34%, oggi fortunatamente, a livello locale, non si risente del rallentamento che si registra in altre parti d’Italia a causa dei recenti eventi internazionali.

“Il contesto in cui ci muoviamo – commenta Archimede Pingiori, Presidente Anama Confesercenti Modena –  è quello di un mercato locale che fortunatamente vede ancora la cosiddetta “corsa al mattone” privilegiando la pronta consegna rispetto a immobili ancora da costruire o da ristrutturare. Ciò è dovuto ad alcuni motivi: innanzitutto l’innalzamento dei costi delle materie prime utilizzate in edilizia che sono aumentati anche a causa del bonus del 110% e gli interessi sui mutui a tasso fisso che stanno aumentando da 1,15% a 1,70 – 2% per tutta la durata del mutuo”. Quindi, secondo Pingiori: “Il mantenimento degli straordinari livelli di transazioni raggiunti nel 2021 speriamo continui anche per tutto il 2022.”

Continuano pertanto le transazioni ed il mattone è considerato ancora un bene rifugio.

I prezzi degli immobili
Relativamente ai prezzi degli immobili si registra un aumento: a Modena ad Aprile 2022 per gli immobili residenziali sono stati richiesti mediamente € 2.200 al metro quadro, con un aumento del 2,70% rispetto ad aprile 2021.

Nel mese di Aprile 2022 per gli immobili residenziali in affitto sono stati richiesti  mediamente € 140 per metro quadro, in aumento rispetto allo scorso mese di aprile. Ovviamente per gli acquisti si va da un prezzo più alto per le zone centrali della città oltre €. 2.800 mq mentre il prezzo più basso lo troviamo nelle zone periferiche dove mediamente si spendono €. 1.600 mq. La tendenza degli aumenti dei prezzi viene quindi confermata anche per gli affitti.

Nel comparto direzionale si registrano ancora rallentamenti e un generale atteggiamento  di cautela  con transazioni complessivamente in calo. Inoltre si registra, nel mercato dei negozi, una contrazione dei prezzi (anche se in attenuazione) che risulta però più accentuata di quella dei capannoni industriali.

“Da questi dati possiamo dedurre che l’incertezza sulle prospettive economiche si riflette sull’intero comparto degli immobili, sia nel settore residenziale che nel settore direzionale/commerciale. Su quest’ultimo comparto, non fa ben sperare anche il prolungamento dello smart working fino al 30 giugno 2022 previsto dal decreto del governo” conclude Archimede Pingiori.

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