Si è parlato del futuro dei servizi socio-sanitari nel Distretto di Vignola nel corso di un incontro dal titolo “Una casa di comunità e un Osco a servizio di tutto il Distretto” tenutosi, la sera di martedì 24 maggio, nella Sala consiliare del Municipio di Vignola, e rivolto agli amministratori dei nove Comuni del Distretto sanitario (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola, Zocca) e ai componenti del Comitato consultivo misto dell’Ausl. Per fare il punto sugli importanti progetti già messi in campo sono intervenuti il presidente della CTSS (Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria) di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il direttore generale dell’Azienda USL di Modena Antonio Brambilla, la presidente dell’Unione Terre di Castelli Emilia Muratori e l’assessore alle Politiche socio-sanitarie dell’Unione Terre di Castelli Iacopo Lagazzi. Presenti tutti i sindaci del Distretto.
Com’è noto, con un cospicuo finanziamento di ben 10 milioni di euro dei fondi PNRR, a Vignola verranno realizzati entro il 2026, a servizio dei cittadini dell’intero territorio distrettuale, una Casa della Comunità, un Ospedale di Comunità e una Centrale Operativa Territoriale. Quest’ultima struttura risponde al nuovo modello organizzativo previsto dal PNRR, vera svolta in termini di gestione delle fragilità e cronicità con l’obiettivo di risolvere il più velocemente possibile le criticità dell’assistenza a questi pazienti mettendo in rete tutte le risorse sanitarie e socio-sanitarie disponibili.
Con queste nuove realtà sarà così possibile potenziare le cure intermedie, migliorare l’accesso ai servizi e la risposta ai nuovi bisogni sanitari e sociali, rafforzare la connessione territorio-ospedale anche per i professionisti che lavorano nell’area, completare infine la rete dei servizi territoriali aumentando la prossimità al cittadino attraverso un sistema di assistenza sempre più moderno e integrato. Ciò anche grazie alla spinta delle nuove tecnologie: presso la centrale di telemedicina provinciale con sede a Modena, infatti, già ora un pool di infermieri formati governa 7 giorni su 7-h 12 il telemonitoraggio domiciliare di pazienti cronici adulti e pediatrici di tutta la provincia, in collegamento con gli infermieri delle Case della Salute, i medici di medicina generale e i pediatri.
A fianco di queste strutture sanitarie, con fondi che dovranno essere raccolti attraverso altre linee di finanziamento, verranno realizzate la nuova sede della Casa residenza per anziani e del Centro diurno.
“Si tratta di un investimento senza precedenti su questo territorio – ha confermato il presidente Muzzarelli –. Questi due anni di pandemia ci hanno confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l’importanza di una sanità pubblica e universalistica, una sanità che però, proprio nel post Covid, dovrà essere strategicamente ridisegnata. Dovremo saper collegare di più la rete ospedaliera provinciale e la rete socio sanitaria territoriale e tecnologica per garantire una completa presa in carico del cittadino. E la Casa e l’Ospedale di Comunità rappresentano due pezzi strategici della filiera socio-sanitaria che verranno completati con il terzo tassello, sempre a servizio del territorio, l’Hospice di Fiorano”.
“La Regione Emilia Romagna è quella che in Italia vanta il maggior numero di Case della Comunità, ben 132 – ha aggiunto il direttore generale Brambilla che ha ribadito la grande importanza dei progetti previsti sul territorio per costruire una rete innovativa di servizi per il cittadino – Stiamo già sperimentando, inoltre, con un primo gruppo di 100 pazienti, servizi di telemedicina che ci consentiranno di essere in costante contatto con le persone seguite al loro domicilio. Con l’Ospedale di comunità saremo in grado di dare risposte a coloro che vengono dimessi dall’Ospedale ma necessitano ancora di cure che non possono essere svolte a domicilio oppure a quei pazienti che non hanno bisogno di un ricovero ospedaliero, ma richiedono comunque un’assistenza specifica. Ribadisco inoltre che i posti letto dell’OsCo saranno di tipo territoriale e dunque aggiuntivi rispetto a quelli attuali dell’Ospedale di Vignola, che – ha concluso Brambilla ricordando l’importante ruolo giocato durante l’emergenza covid – rimane una struttura di riferimento per l’area e, nell’ambito del progetto di rete sanitaria territoriale che abbiamo costruito in questi anni, per tutta la provincia”
“Con questi investimenti si aprono grandi prospettive per il nostro territorio – hanno concluso Muratori e Lagazzi – Al polo di servizi più propriamente sanitari, aggiungeremo, nella stessa area, anche i servizi socio-sanitari in modo da costruire efficienza ed efficacia nella presa in carico del cittadino da 0 a 100 anni. Si tratta di strutture e servizi che saranno in grado di rispondere ai bisogni di tutti i cittadini dei nove Comuni del Distretto, dalla pianura alla montagna”.