L’abitudine al fumo rappresenta in tutto il mondo uno dei più grandi problemi di sanità pubblica ed è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, è responsabile del decesso di 6 milioni di persone ogni anno, che si traducono in 1 decesso ogni 6 secondi. In particolare, oltre 5 milioni di queste morti sono il risultato dell’esposizione diretta al tabacco mentre oltre 600 mila sono causate dall’esposizione al fumo passivo.
Secondo i dati dell’indagine Eurobarometro 2017 il 26% degli europei fuma (30% tra gli uomini e 22% tra le donne), valore riscontrato già nel 2014; sono in aumento, però, i fumatori nella classe di età 15-24 anni (da 24% a 29%). Tale indagine mostra nel 2017 l’Italia al decimo posto in Europa con una prevalenza del 24%, inferiore alla media europea.
Nel periodo 2017-2020, dai dati del sistema di sorveglianza PASSI, relativi alle persone con un’età compresa tra i 18 e i 69 anni, emerge che in Italia la maggioranza degli adulti 18-69enni non fuma (58%) o ha smesso di fumare (18%), ma 1 italiano su 4 è un fumatore attivo (24%), si riconferma una maggiore prevalenza tra le classi socioeconomiche più svantaggiate e negli uomini.
I dati bolognesi
Sempre secondo i dati PASSI, nel territorio dell’Azienda USL di Bologna, il 27% dei 18-69enni fuma sigarette (pari a circa 159mila persone). Il 26% è un ex-fumatore mentre il 47% non ha mai fumato. La percentuale di fumatori è uguale a quella regionale (27%) ma di poco superiore a quella nazionale (25%).
Anche nell’Azienda USL di Bologna, come a livello regionale e nazionale, l’abitudine al fumo mostra forti differenziali demografici e socio-economici: la percentuale di fumatori è più alta negli uomini (30%, le donne si fermano al 25%), tra i più giovani e fra le persone con molte difficoltà economiche (tra i quali fuma quasi un intervistato su due). Tra i fumatori adulti il 6% è un fumatore occasionale (meno di una sigaretta al giorno), mentre il 17% è un forte fumatore (20 sigarette o più al giorno). Il confronto tra Distretti, poi, evidenzia delle differenze anche se non significative: la percentuale di fumatori risulta più alta nei Distretti Appennino Bolognese e Città di Bologna (30%), mentre la percentuale più bassa si osserva nel Distretto Reno, Lavino e Samoggia (22%).
Interessanti anche i dati sull’uso della sigaretta elettronica: nel territorio dell’Azienda USL di Bologna il 5,5% delle persone 18-69enni (circa 9000) ha riferito di farne uso. In particolare, il 3,5% degli intervistati usa sia la sigaretta di tabacco sia quella elettronica; ciò implica che tra i fumatori il 13% fa uso di entrambe.
I centri antifumo
L’Azienda USL di Bologna, insieme al Policlinico di S. Orsola e all’Istituto Ortopedico Rizzoli, da anni è impegnata nella lotta al fumo e dal 2018, con i suoi Centri Antifumo (12 attivati nel 2021), a oggi ha seguito oltre 1000 fumatori, il 60% dei quali è riuscito a smettere di fumare.
Le informazioni su come accedere ai Centri Antifumo sono disponibili sul sito www.ausl.bologna.it (Alla voce “Info su esami visite e sedi”, scrivendo “antifumo” nel campo ricerca), o sul sito www.mappadellasalute.it, (alla voce “senza fumo”)
Le iniziative
In occasione della Giornata Mondiale contro il fumo, le tre organizzazioni sanitarie hanno ideato una serie di iniziative: in Appennino, in particolare nei comuni di Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro e Camugnano, si terrà, in collaborazione con le scuole locali, un convegno tra ragazzi sul rapporto tra fumo e ambiente, mentre al Sant’Orsola, al Rizzoli e al Maggiore, insieme a gruppi di volontari si raccoglieranno le cicche lasciate a terra. Insieme al Comune di San Lazzaro, infine, “Non fumo, vado in bici” biciclettata contro il fumo.