Enza Stretta di Vetto (foto: Comitato amici della Diga di Vetto)                                                                       

Il Comitato amici della Diga di Vetto da 100 mln di mc organizza un incontro pubblico sul grande tema della DIGA, nell’ipotesi di recuperare e ripartire, con tutti i necessari aggiornamenti, con l’originario “Progetto Marcello” da 100 mln. Si ricorda che i lavori ebbero inizio nell’ottobre del 1988, e furono sospesi il 16 agosto del 1989 e la Regione Emilia Romagna tutt’ora non vuole ancora la ripresa dei lavori della Diga-Lago di Vetto -QUELLA VERA E’ UNA SOLA -.

Per fornire reali elementi di conoscenza a tutti i cittadini e agricoltori interessati, mercoledì 22 giugno, alle ore 21, presso il Cortile della Rocca di Montecchio Emilia, si svolgerà un incontro pubblico. Interverranno l’ing. Sergio Bandieri, condirettore dell’esecuzione del “Progetto Marcello” e l’ing. Stefano Orlandini, professore ordinario di Costruzioni Idrauliche presso l’Università di Modena e Reggio. Saranno relatori e a disposizione del pubblico anche Lino Franzini e Luciano Catellani, Coordinatori del Comitato.

L’ipotesi di un importante invaso per gestire le acque dell’Enza è tornata prepotentemente in primo piano a seguito della grave siccità e crisi idrica che colpisce il nostro territorio e della ricerca di energie rinnovabili prodotte a costi sostenibili.

Nel corso della serata verranno illustrati i tanti benefici resi possibili da un medio invaso-100mln  delle acque dell’Enza: usi civili e industriali; usi agricoli; produzione di energia elettrica; garanzia di un deflusso delle acque nel letto dell’Enza in ogni stagione; fruizione sportiva e turistica del lago artificiale. Una diga di medie dimensioni – 100mln – garantirebbe inoltre la regimazione delle acque per evitare alluvioni disastrose come quella di Lentigione del 12/12/2017.

Il rilancio del “Progetto Marcello” viene proposto anche per dare una risposta all’urgenza imposta dall’attuale preoccupante siccità – la peggiore da 70 anni -. Infatti, aggiornare e adeguare il progetto a suo tempo approvato e poi fermato, consentirebbe di risparmiare sette/otto anni rispetto all’ipotesi di redigere un progetto interamente nuovo, quale che sia la sua dimensione. Se si riparte dalla diga sospesa ci sarà l’acqua tra 8 anni nel 2030, se un nuovo progetto (anche per un invaso piccolo da 27 milioni come continua a proporre la regione ER) l’acqua ci sarà tra 20 anni nel 2042! Si sono già persi oltre 30 anni!

A differenza di altre Province delle Regioni del Nord, che possono beneficiare di acque limpide provenienti dai laghi alpini e da innumerevoli Dighe, le Province di Parma e Reggio Emilia possono usufruire solo di acque di falda/pozzi e di quelle del Po (fino a quando?), in quanto sui loro territori provinciali, pur gestendo il comparto agroalimentare più importante d’Italia (ParmigianoReggiano dop, Prosciutto di Parma dop, importanti vini Docg, Doc e Igt, ecc..) non dispongono di alcun invaso e/o diga ad uso irriguo!

L’incontro pubblico di Montecchio è una importante opportunità di conoscenza e di confronto su tutti questi temi.

(Umberto Beltrami, socio Associazione Consorzi Privati Irrigui e di Miglioramento Fondiario)

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