Un sistema unitario delle Case di Quartiere di Bologna per rispondere alle nuove esigenze nel segno del welfare di comunità e portare nel futuro il patrimonio rappresentato dai centri sociali anziani.

È questo l’obiettivo del Comune di Bologna che ieri pomeriggio, alla Casa di Quartiere Montanari, con la delegata al Progetto Case di Quartiere Erika Capasso e i 6 presidenti di Quartiere, ha avviato un percorso insieme alle 32 Case per valorizzare e rafforzare il loro ruolo come spazi per la comunità, integrando le attività e fornendo servizi sussidiari a quelli offerti dall’amministrazione – aperti e accessibili – per promuovere e favorire la partecipazione delle cittadine e dei cittadini e la costruzione di reti di mutualismo.

Al fine di accompagnare le Case di Quartiere nella ripresa delle attività post-pandemia e verso il consolidamento di un sistema unitario, il Comune di Bologna ha annunciato di mettere a disposizione 400mila euro per il 2022, suddivisi tra Quartieri in base al numero delle Case presenti, da utilizzare in qualità di contributi o acquisto di servizi utili a conseguire la visione condivisa.
Tutte le Case di Quartiere sono state quindi invitate a presentare proposte progettuali entro l’inizio di settembre, che rientrino in uno di questi ambiti: azioni di coinvolgimento della popolazione anziana, di famiglie e adolescenti; contrasto al digital-divide; educazione ambientale; piccoli interventi di manutenzione per aumentare l’accessibilità; formazione dei volontari; agricoltura urbana eco-sostenibile (per le Case con aree ortive).
Per l’assegnazione dei finanziamenti il Comune di Bologna, attraverso i suoi Quartieri con il supporto della Fondazione per l’Innovazione Urbana, organizzerà una fase di co-progettazione di servizi e attività per favorire lo scambio e la collaborazione tra le Case e per la realizzazione delle progettualità.

“Le Case di Quartiere – dichiara la delegata Erika Capasso – potranno diventare sempre più un luogo accogliente per ogni fascia di popolazione rimanendo un punto di riferimento per la popolazione anziana che ne ha costruito la storia ma diventando Casa anche per giovani, famiglie, bambini in una prospettiva intergenerazionale. Luoghi di comunità centrali dove la promozione condivisa di attività ricreative e culturali da parte della cittadinanza possa essere strumento di contrasto alla povertà relazionale e prevenzione sanitaria, in una lettura generativa sempre rinnovata dei bisogni e degli interessi della cittadinanza. Le Case di Quartiere dovranno inoltre essere luoghi fisici di sperimentazione di nuove soluzioni per andare incontro agli obiettivi di una città che mira a raggiungere la neutralità climatica: dove se non nei luoghi pubblici della comunità cercare le soluzioni più avanzate per la cura anche dell’ambiente?” conclude Capasso.

Il percorso che prende avvio ha quindi come obiettivi a breve termine di definire i valori della rete delle Case di Quartiere di Bologna, creare un sistema unitario, riconoscibile anche dal punto di vista comunicativo, consolidare il coordinamento delle Case a livello territoriale e supportare l’apertura delle Case e il riavvio delle attività in seguito alla pandemia.
A partire dal 2023 il percorso proseguirà con altre fasi, strumenti e azioni che avranno gli obiettivi, più a lungo termine, di integrare i nuovi servizi, consolidare la governance del sistema, declinare i valori della rete sulla singola Casa e favorire e valorizzare la relazione con le reti civiche e le associazioni del territorio.

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