La Data Valley dell’Emilia-Romagna vince una nuova sfida. Il Tecnopolo di Bologna diventa infatti la sede del Centro nazionale di supercalcolo: l’hub della ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. La nuova infrastruttura trasversale per l’intelligenza artificiale e i Big Data a supporto dei principali settori strategici del Paese.

Il Centro riunisce la gran parte gli enti e degli istituti accademici, scientifici e della ricerca italiani, pubblici e privati, insieme a partner industriali – 51 in tutto, tra cui il soggetto capofila, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Cineca, Cnr,  Università di Bologna, Università di Ferrara, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development (IFAB) -, può contare sul finanziamento di quasi 320 milioni di euro dal PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e si candida a diventare la più grande infrastruttura del Paese in questo settore.

Oggi il via all’operazione: nella sede della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, si è svolta la prima assemblea plenaria della Fondazione ICSC, che gestirà il Centro. Sono stati eletti il presidente della Fondazione, il professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Bologna Antonio Zoccoli, e i membri del Consiglio di Amministrazione.

Al termine, l’incontro e il saluto del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, accompagnato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla.

“Il futuro è già qui- ha sottolineato Bonaccini- e siamo orgogliosi del fatto che un contributo strategico al Paese possa arrivare dalla nostra Data Valley e dal Tecnopolo di Bologna, infrastruttura al centro delle reti regionali dei Tecnopoli, Alta Tecnologia e Alta Formazione, e risultato di investimenti congiunti fra Unione europea, Governo e Regione. Qui sarà possibile pensare e realizzare applicazioni pratiche necessarie alla vita delle persone: dai tempi delle città alla salute e alla telemedicina, dal contrasto al cambiamento climatico alla modernizzazione della pubblica amministrazione, fino al miglioramento dei processi produttivi e la loro trasformazione verso la piena sostenibilità, in tutti i comparti, dalle filiere industriali all’agricoltura fino ai servizi, sia dei grandi gruppi che delle piccole e medie imprese. Una realtà- ha aggiunto il presidente- a supporto dello sviluppo umano, della ricerca scientifica e dell’innovazione, al servizio dell’Italia intera. Una straordinaria occasione per qualificare ulteriormente il nostro sistema delle competenze e attrarre nuovi talenti creando così nuova occupazione di qualità”.

L’attività del Centro nazionale di supercalcolo
Il nuovo Centro farà base al Tecnopolo di Bologna, cittadella dell’innovazione che già ospita il Data Center del Centro Meteo Europeo (ECMWF) e che a breve accoglierà il supercalcolatore europeo Leonardo gestito dal Cineca, e il Centro di Calcolo dell’INFN, e  metterà in rete e a sistema le specifiche conoscenze, competenze e risorse di realtà che operano in tutt’Italia in molteplici ambiti.
Il Centro nazionale di supercalcolo entrerà in piena attività dal prossimo 1 settembre. Tra le sue prime iniziative, la pubblicazione, entro il 2022, dei primi bandi di dottorato e di reclutamento di  ricercatori. Porterà avanti attività di ricerca e sviluppo, a livello nazionale e internazionale, a favore dell’innovazione nel campo delle simulazioni, del calcolo e dell’analisi dei dati ad alte prestazioni. Tutte attività svolte a partire da una infrastruttura d’avanguardia a livello internazionale per l’High Performance Computing e la gestione dei Big Data, in grado di “mettere a sistema” le risorse e di promuovere e integrare le più moderne tecnologie. Il nuovo Centro nazionale di supercalcolo lavorerà da una parte sul mantenimento e il potenziamento dell’infrastruttura HPC e Big Data italiana, dall’altra sullo sviluppo di metodi e applicazioni numeriche avanzati e di strumenti software, per integrare il calcolo, la simulazione, la raccolta e l’analisi di dati di interesse per il sistema della ricerca e per il sistema produttivo e sociale.

La Fondazione ICSC
Per raggiungere i propri obiettivi, la Fondazione ICSC conterà su fondi Next Generation EU nell’ambito della Missione Istruzione e Ricerca del PNRR coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca per quasi 320 milioni di euro, di cui il 41% sarà investito al Sud. In particolare, del finanziamento complessivo, oltre 100 milioni di euro saranno dedicati al personale; un investimento considerato prioritario, con una partecipazione femminile di almeno il 40%, e con quasi 16 milioni di euro riservati a borse di dottorato e quindi all’alta formazione e alla carriera dei giovani.

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