La grave situazione idrica ormai ben nota non cessa di colpire le nostre zone; gli sforzi compiuti dall’Ente per soddisfare le esigenze degli imprenditori agricoli, aggravate dalle alte temperature e dalle riduzioni ai prelievi, hanno permesso sino ad ora di limitare i danni.

Nella giornata del 3 agosto l’Osservatorio ha rilevato, per la prima volta da inizio estate che le portate del fiume Po sono tornate ai livelli minimi a seguito delle precipitazioni alpine dei giorni scorsi che hanno consentito un leggero miglioramento dello stato idrologico complessivo nel distretto del fiume Po e un arretramento dell’acqua salata nel Delta verso l’Adriatico di 5-6 km rispetto ai 40 km raggiunti il mese scorso; la prossima riunione dell’Osservatorio sarà il 24 agosto.

La situazione del Consorzio della Bonifica Burana rispecchia quanto evidenziato dall’Osservatorio con un leggero aumento delle quote idriche sia all’impianto Sabbioncello di Quingentole che al polo Pilastresi di Bondeno. Questo permette di mantenere invasata tutta la rete di canali consorziali e rispondere alle esigenze irrigue degli agricoltori che, peraltro, sono in diminuzione – in linea con il ciclo vegetativo delle culture – ed assicurando anche il fabbisogno idrico alle piante arboree post raccolta. Continua l’alimentazione tramite il sistema del Canale Emiliano Romagnolo (CER) ai terreni Modenesi e Bolognesi compresi fra Panaro e Samoggia.

La deroga al DMV che è stata concessa su Secchia e Panaro permette di alimentare seppur con difficoltà la zona a Sud (canale San Pietro; Canale di Modena; canale di Formigine; canale di Corlo; canal Torbido) e Nord di Modena grazie anche all’integrazione delle acque dei depuratori di Sassuolo e Savignano s/Panaro e del depuratore di Modena veicolate queste ultime dal canale Naviglio.

In considerazione del progressivo calo della richiesta di risorsa idrica per l’approvvigionamento delle colture agricole alimentari il Consorzio, indicativamente a partire dalla seconda metà di agosto, provvederà gradualmente – in funzione della disponibilità idrica del momento – anche a soddisfare le richieste di rimpinguamento delle zone umide e delle aziende faunistico venatorie.

Le preoccupazioni ora si allargano ai risvolti economici derivanti dalla necessità di una manutenzione straordinaria delle pompe che hanno lavorato al limite della loro funzionalità tecnica e soprattutto per i costi energetici di molto superiori a quanto preventivato ad inizio stagione.

 

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