Dopo il Campo di Fossoli, che vi era entrato già nella scorsa edizione, ora anche il Museo Monumento al Deportato di Carpi entra a far parte della campagna ‘I luoghi del cuore’ del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). Una novità significativa per il sito memoriale che, nel 2023, celebrerà i cinquant’anni dalla sua inaugurazione.

 

La campagna del FAI, giunta alla sua 11^ edizione, e realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano, che dal 2003 ha raccolto 9,6 milioni di voti in favore di oltre 39.000 luoghi in più di 6.500 comuni: luoghi cari, da salvare dall’abbandono, perché siano recuperati e valorizzati, conosciuti e frequentati.

Fino al 15 dicembre 2022 sarà possibile votare i propri luoghi del cuore e spingere più persone possibile a votarli, perché quanti più voti avranno, tanto più potranno accedere al finanziamento messo a disposizione dal FAI per un progetto di restauro e valorizzazione.

È possibile esprimere più di un voto (ma uno solo per luogo), e da quest’anno è dunque possibile segnalare i due luoghi della memoria gestiti dalla Fondazione Fossoli, il Campo e il Museo Monumento al Deportato.

Si può votare direttamente sia sul luogo, tramite modello cartaceo, che online, nell’apposita sezione sul sito https://fondoambiente.it/.

 

Inaugurato nel 1973, il Museo Monumento al Deportato è una struttura unica nel suo genere, frutto dell’impegno civile di artisti che furono anche testimoni degli avvenimenti che rappresentavano. Già nella metà degli anni ’50 l’amministrazione di Carpi, guidata dal primo sindaco Bruno Losi, diede vita a un comitato composto dagli enti locali, dalle comunità ebraiche, dall’ANED (Associazione nazionale ex Deportati) e dalle associazioni combattentistiche, per ricordare i deportati nei lager. In tale modo si intendeva tradurre il ricordo ancora vivo nelle superstiti strutture del vicino Campo di Fossoli, in costante monito per il futuro. Per la progettazione del Museo fu incaricato il gruppo BBPR (Belgiojoso, Banfi, Peressutti e Rogers) in collaborazione con Renato Guttuso. A questi architetti la commissione giudicatrice riconobbe il merito di avere operato la scelta antiretorica di esprimere un tema, che dava facilmente adito a ovvie forme di simbolismo, utilizzando un linguaggio rigoroso e alieno da ogni retorica. Il Museo, posto in una vasta area al piano terra del Palazzo dei Pio, in pieno centro storico, si sviluppa in 13 sale essenziali e sobrie. Qui sono conservati suggestivi graffiti di alcuni grandi pittori come Picasso, Longoni, Léger, Cagli e Guttuso che hanno commentato a loro modo l’orrore della Deportazione sulle pareti del Museo. Le teche contengono pochi ma significativi reperti, oggetti e fotografie, ordinati da Lica e Albe Steiner.

 

Per ulteriori informazioni sulle iniziative consultare il sito www.fondazionefossoli.org.

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