Dopo due anni di stop a causa del blocco delle frontiere dettato dalla pandemia, sono arrivati ieri sul territorio 10 bambini bielorussi ospiti delle famiglie dell’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano e Formigine.
Un progetto che quest’anno compie 25 anni e messo a rischio, dopo l’emergenza sanitaria, anche dalla guerra in atto; reso poi nuovamente possibile, seppur con qualche mese di ritardo rispetto alla tradizione, grazie al grande impegno messo in campo dall’Associazione.
Il gruppo, composto da 7 femmine e 3 maschi di età compresa tra 8 e 12 anni, è accompagnato da un’interprete e si fermerà fino al 17 settembre. Un periodo più corto rispetto al passato, quando la permanenza era di un mese, per permettere ai bambini di non perdere troppi giorni di scuola.
L’accoglienza si è aperta con una visita pediatrica e un incontro con gli amministratori per un saluto all’interno della sede comunale. I bambini provengono dalla provincia di Braghin, nella regione di Gomel, una delle più contaminate dal disastro nucleare di Chernobyl. Obiettivo del progetto, principalmente di carattere sanitario, permettere ai bambini di vivere per un periodo in un contesto più salutare.
Afferma Paolo Fontana, Presidente dell’Associazione Chernobyl: “C’è chi costruisce muri, coltiva divisioni, fomenta odi fra i popoli e poi c’è chi costruisce ponti, promuove amicizia e fratellanza e fa della solidarietà il proprio percorso di vita. Noi siamo tra questi ultimi. In direzione ostinata e contraria, scalando monti, superando barriere, senza mai darsi per vinti, senza mai farsi prendere dallo sconforto. Dopo 1.129 lunghi giorni finalmente possiamo accogliere di nuovo i bambini, compiendo un passo importante per costruire la pace. Grazie al Comune di Formigine per il sostegno che da tanti anni non fa mancare, ai nostri volontari e alle dieci famiglie che hanno deciso di aprire le loro porte e i loro cuori a questi bambini”.