Un territorio è attrattivo per le giovani famiglie se dispone di servizi, in particolare della scuola primaria.

La scelta di “restare o andare” in montagna spesso è condizionata dalla presenza di un buon servizio scolastico: contrastare lo spopolamento si traduce allora non solo nel garantire la sopravvivenza dei piccoli plessi di scuola primaria sul territorio, ma anche nel fornire una offerta formativa ricca e innovativa.

Partendo da questo presupposto la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato un progetto sperimentale che per l’anno scolastico 2022-2023, ormai prossimo a iniziare, prevede di sostenere le pluriclassi – cioè classi formate da studenti di diverse età – in alcune piccole scuole di montagna, attraverso la progettazione di servizi aggiuntivi a favore delle bambine e dei bambini coinvolti.

La sperimentazione servirà come base per realizzare un modello da estendere a tutte le pluriclassi dell’Emilia Romagna già a partire dall’autunno 2023, in particolare nei piccoli centri in Appennino.

Per quest’anno, intanto, lo stanziamento regionale prevede l’erogazione di 5.500 euro per ciascun plesso scolastico coinvolto, cui si aggiungono 3mila euro per ogni pluriclasse, per un totale di 69mila euro.

In particolare, 46mila euro saranno assegnati al Comune di Ventasso (Reggio Emilia) per l’Istituto Comprensivo “Busana – Ariosto”, composto da 4 plessi scolastici sul proprio territorio per 8 pluriclassi.

Gli altri 23mila euro andranno invece al Comune che sarà individuato come capofila per l’Istituto Comprensivo “Valle del Montone” di Castrocaro Terme (Forlì-Cesena), caratterizzato da 2 plessi scolastici in comuni montani e 4 pluriclassi.

I due istituti hanno da tempo avviato una sperimentazione per arricchire l’offerta educativa nell’ambito dei cosiddetti “Patti di Comunità”, strumenti nati per rafforzare l’alleanza tra scuole e territorio, che consentono di sostenere i servizi educativi che si fondano sul modello delle pluriclassi nelle aree montane.

L’iniziativa viene attuata in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, gli Enti locali e le autonomie scolastiche.

Le azioni previste dalla sperimentazione

I Comuni coinvolti si impegneranno ad arricchire le opportunità educative a favore degli studenti e studentesse delle pluriclassi attraverso servizi e professionalità aggiuntive.

Uno dei possibili ambiti di intervento è il miglioramento del trasporto scolastico: basta pensare che l’istituto comprensivo “Busana – Ariosto” nel reggiano costituisce l’unico punto di riferimento per il primo ciclo scolastico su un territorio quasi esclusivamente montano, che si estende per un totale di 310 km quadrati ed è privo di mezzi di trasporto pubblici. Viste le distanze (da un minimo di 11 km a un massimo di 41 km tra due sedi scolastiche) oltre il 50% degli studenti iscritti trascorre un’ora giornaliera sullo scuolabus, tra andata e ritorno: un servizio pertanto essenziale.

Alle scuole si chiede invece di sperimentare una didattica innovativa centrata sulla ricerca-azione, sulla cosiddetta peer education: uno strutturato apprendimento autonomo da parte degli alunni, supportati dai propri docenti, condiviso e partecipato dall’intera comunità educante.

Si prevede la possibilità di scambio con alunni di pari età, la collaborazione con i diversi attori presenti nel territorio, realtà produttive e associative locali, anche per la riscoperta di tradizioni o la valorizzazione del territorio: la socializzazione è infatti un elemento chiave nelle aree meno popolate.

Occorrerà poi documentare le esperienze e le prassi per produrre poi modelli e buone pratiche necessarie a definire, insieme all’Ufficio scolastico regionale, ai Comuni montani alle scuole un quadro regionale di programmazione per i successivi anni scolastici.

Perché questo impegno

L’azione regionale risponde al primo obiettivo strategico assunto nel Patto per il lavoro e per il clima sottoscritto dalla Regione con tutte le rappresentanze istituzionali, sociali ed economiche: fare dell’Emilia-Romagna una regione della conoscenza, nella consapevolezza che un investimento sulle persone, sulle loro competenze e sulle loro capacità sia indispensabile per un modello di sviluppo che contrasti distanze sociali e territoriali.

La sperimentazione di pluriclassi innovative nelle due province di Reggio Emilia e Forlì-Cesena si inserisce in un contesto che nell’anno scolastico che sta per partire vede attive nei territori di montagna 120 pluriclassi che coinvolgono 54 Comuni.

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