È stata inaugurata la mostra “MENTE ET MALLEO. Da Ulisse Aldrovandi a Giovanni Capellini: storie dal primo museo geologico”, visitabile fino al 31 agosto 2023 (con il biglietto di ingresso del Museo), presso la Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini”, per riscoprire le curiosità che avevano catturato l’interesse del padre delle scienze naturali moderne e i fossili che hanno appassionato il grande geologo.
Un’esposizione organizzata dalla Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” e dalla Collezione di Mineralogia “Museo Luigi Bombicci” del Sistema Museale di Ateneo, insieme al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e il Museo dei Botroidi di Luigi Fantini, in occasione del cinquecentenario della nascita del naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e del centenario della morte del primo professore di geologia dell’Università di Bologna, Giovanni Capellini (1833-1922).
Cosa hanno in comune un bolognese del Cinquecento e uno spezzino dell’Ottocento? In questo caso, la curiosità, in particolare quella per il mondo naturale e le sue meraviglie: per quella strana scienza chiamata geologia.
Tre percorsi guideranno i visitatori tra le sale della Collezione di Geologia: il primo sulla vita di Capellini, che da La Spezia giunge a Bologna a ricoprire la neonata cattedra di geologia, riscopre le collezioni di Aldrovandi e dedica la propria vita all’ampliamento del “suo” museo e al rilancio internazionale dell’ateneo bolognese; il secondo, è un percorso nelle sale superiori del museo che vi presenterà il personaggio di Capellini attraverso sette iconici fossili da lui studiati; il terzo, infine, sui botroidi, concrezioni dalle forme bizzarre che avevano attirato Aldrovandi in quanto somiglianti ad elementi della realtà naturale circostante.
Sebbene il museo abbia mantenuto il suo sapore ottocentesco, il nuovo millennio è arrivato ed il mondo è cambiato: Capellini non avrebbe certo perso occasione per aggiornarsi. In mostra si potrà osservare uno dei più noti fossili studiati dal geologo, l’orca di Cetona, e, insieme all’originale, una versione digitale che farà rivivere l’animale. Questa nuova veste del fossile è stata realizzata insieme al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, integrando tecniche di rilievo digitale a software di gaming per rendere l’esperienza del visitatore coinvolgente, ma allo stesso tempo scientificamente accurata.
Fu grazie a Giovanni Capellini, nominato direttore nel 1860 e rimasto tale fino alla morte nel 1922, che la sede di via Zamboni 63 divenne uno dei più importanti musei geo-paleontologici di Europa.
Ristrutturato e riaperto al pubblico in occasione dell’ottavo centenario dell’Università di Bologna, nel 1988, ha mantenuto il suo allestimento originario. Il pubblico potrà esplorare le raccolte del museo accompagnato da un nuovo sistema di didascalie, progettato per rendere più facile e leggibile l’enorme patrimonio di reperti esposto, nel rispetto dello storico apparato ottocentesco.
I botroidi in mostra provengono tutti dalle arenarie affioranti nel bolognese. Quelli storici, “aldrovandiani”, sono stati rinvenuti nel Rio delle Meraviglie, un piccolo torrente che scorre a sud-ovest di Bologna. Alcuni di quelli esposti provengono direttamente dalle raccolte di Aldrovandi, insieme alle matrici xilografiche originali usate per la realizzazione del MUSAEUM METALLICUM, opera a stampa postuma dove il naturalista descrisse e raffigurò rocce e fossili. Gli altri botroidi sono stati concessi in prestito dal Museo dei Botroidi di Luigi Fantini, piccolo museo tattile che si trova in Val di Zena, dove le raccolte dello speleologo e appassionato naturalista Fantini, si possono toccare ed esplorare in prima persona.
In occasione della mostra, la BUB – Biblioteca Universitaria di Bologna ha digitalizzato e metadatato i due volumi dei Ricordi di Giovanni Capellini, editi nel 1914 per i tipi della casa editrice Zanichelli. La digitalizzazione è disponibile sul sito web della BUB nella sezione “Aldrovandi 500” del canale “BUB digitale”, nato con lo scopo di valorizzare singoli pezzi o interi fondi attraverso la diffusione pubblica e gratuita.
In concomitanza con l’esposizione, dal 15 ottobre 2022 al 13 maggio 2023, si terrà un ciclo di conferenze per approfondire e divulgare alcuni temi storico-scientifici legati alle figure di Aldrovandi e Capellini e al loro più importante lascito: un museo nato per divulgare la scienza alle generazioni future.