Nell’ultima stima dell’Istat, l’inflazione schizza al 11,9%, un numero che se preso singolarmente non sembrerebbe tanto importante, ma che se riferito all’inflazione italiana preoccupa parecchio. Inoltre, sempre secondo le stime dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra ad ottobre un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua. Rossi: “Governo agisca subito, prorogare e rinforzare i sostegni”.
L’inflazione accelera e morde le tasche degli italiani più di quanto si poteva prevedere segnando purtroppo un nuovo record. La corsa dell’indice dei prezzi sfiora quindi il +12%, con un’impennata dei generi alimentari del carrello della spesa vicino al 13%. Bisogna risalire al 1983, quindi quasi a quarant’anni fa, per trovare nel nostro paese una crescita dei prezzi su base annua superiore a quella del mese di ottobre di quest’anno.
La forte accelerazione si deve soprattutto ai beni energetici, che continuano ad essere i principali colpevoli della corsa dei prezzi, (da + 44,5% di settembre a + 73,2% di ottobre) ma gli aumenti si sono ormai ampiamente diffusi a tutti i beni. Una situazione critica soprattutto per le famiglie economicamente più deboli, che scontano un’inflazione più alta di circa due punti rispetto alla media.
“Il tema “caro-bollette” si ripresenta dunque con tutta la sua urgenza, nonostante le aspettative suscitate dal calo dei prezzi all’ ingrosso del gas. E’ necessario che il nuovo Governo acceleri sui tempi e proroghi da subito, rinforzandoli ampiamente, i provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese” – afferma Mauro Rossi Presidente Provinciale Confesercenti Modena.
In questo contesto, preoccupa la decisione della BCE di incrementare, in un solo colpo, del +0,75% i tassi di interesse, portandoli al 2%.
“Si tratta sicuramente di un comportamento coerente – continua Rossi – ma dubitiamo sia lo strumento più efficace in questo momento, soprattutto con questi ritmi di aumento, visto che la domanda è già compressa e l’incremento dei prezzi è dovuto principalmente al lato dell’offerta. L’aumento dei tassi di interesse si tradurrà in nuovi oneri per molte imprese, che potrebbero trovarsi a pagare sui prestiti esistenti, secondo i calcoli dell’ Ufficio Economico di Confesercenti, fino a 9 miliardi di euro in più nei prossimi dodici mesi” conclude Rossi.