VALENCIA (SPAGNA) (ITALPRESS) – Pecco Bagnaia si è laureato campione del mondo della MotoGP. La vittoria dello spagnolo Alex Rins (Suzuki) nel GP di Valencia con il tempo di 41’22″250, infatti, ha automaticamente eliminato le possibilità di Fabio Quartararo (Yamaha), finito quarto, di superare il pilota della Ducati che ha chiuso in nona posizione. Secondo Brad Binder (Ktm), terzo lo spagnolo Martin (Ducati), quarto il francese Quartararo, quinto Miguel Olivera (Ktm).
“Tutto è bellissimo, fantastico. La gara più dura della mia vita. Volevo arrivare nei primi cinque oggi ma dopo 5 giri ho cominciato a soffrire con l’anteriore della moto. Non ha importanza. E’ stata lo stesso una grande giornata, sono molto felice” le prime parole del neo campione del mondo.
Un italiano campione del mondo su una moto italiana in top class. Sulla pista di Valencia Pecco Bagnaia mette le mani sul titolo iridato, portando a termine una rimonta storica, come storico è il risultato: in MotoGp non era mai successo che un binomio tricolore centrasse il bersaglio grosso. L’unico Mondiale piloti nel palmares della Ducati era stato conquistato nel 2007 da Casey Stoner mentre i sei titoli di Valentino Rossi erano arrivati sempre in sella a una moto giapponese, Honda prima e Yamaha dopo. Pecco e la sua Desmosedici centrano dunque un’impresa equiparabile al dominio di Giacomo Agostini in 500 con la MV Augusta o, andando ancora più indietro, alla doppietta mondiale – sempre in 500 – di Umberto Masetti con la Gilera. Ma il 25enne torinese e la casa di Borgo Panigale hanno fatto anche di più perchè in pochi se non nessuno, a metà anno, avrebbero scommesso un solo euro sulla sua vittoria finale. Dopo una partenza da incubo (appena un punto fra Qatar e Indonesia), il Mondiale di Bagnaia è stato come le montagne russe: sul gradino più alto a Jerez e al Mugello, ritirato in Francia, Catalogna e Germania. Per la gioia di Fabio Quartararo, che nonostante una M1 non sempre competitiva otteneva vittorie e piazzamenti che lo mandavano in fuga.
Al giro di boa, dopo dieci Gp, erano 91 i punti di vantaggio sull’italiano del Diablo, che sembrava avviato inesorabilmente verso il bis iridato visto che nemmeno Aleix Espargarò su Aprilia – secondo a 34 lunghezze – riusciva a trovare la giusta continuità. Pecco aveva davanti in classifica anche Zarco, Bastianini e Binder. “Quartararo è l’unico che non fa errori ed è ciò che fa la differenza”, commentava rassegnato il pilota torinese dopo la caduta al Sachsenring. Ma ad Assen, ultima gara prima della sosta estiva, ecco la svolta: El Diablo cade, buttando giù pure Espargarò, la Ducati trionfa e Bagnaia risale a -66. Alla ripresa arrivano altri tre successi, un secondo e un terzo posto, con l’unica nota negativa rappresentata dal ritiro a Motegi, dove finisce a terra proprio mentre cerca di soffiare l’ottava piazza al rivale. In Australia, poi, ecco il sorpasso: Quartararo incassa un altro zero mentre l’italiano acciuffa una terza piazza che lo proietta per la prima volta in testa al Mondiale, a +14 sul fuoriclasse della Yamaha. A Sepang non riesce a sfruttare il primo match-point ma la festa è solo rimandata e a Valencia Pecco riesce là dove Valentino Rossi prima e Andrea Dovizioso poi avevano fallito: un binomio tutto italiano in cima al mondo nella classe regina.
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