“Senza mezze misure” è il titolo dell’inedito spettacolo di Carlo Lucarelli per sostenere la Fondazione emiliano-romagnola vittime dei reati, ideato e scritto con la direttrice Elena Zaccherini, che andrà in scena al Teatro Storchi di Modena venerdì 18 novembre. Ancora una volta il noto scrittore, regista e giornalista sale sul palco in favore della Fondazione di cui non solo è appassionato sostenitore ma anche, a titolo gratuito, prezioso e convinto presidente. Biglietti acquistabili su sito di Ert, Emilia-Romagna teatro (www.emiliaromagnateatro.com)
L’iniziativa, realizzata su iniziativa della Cooperativa Bilanciai con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Modena, è stata presentata lunedì 14 novembre dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, affiancato dalla direttrice della Fondazione Elena Zaccherini, in occasione di una conferenza stampa che si è tenuta a Campogalliano, proprio nella sede di Coop Bilanciai, con il presidente Enrico Messori e il vice Mirco Ferrari: la cooperativa è la prima e, per ora, unica realtà privata che ha scelto di diventare socio sostenitore della Fondazione.
Lo spettacolo ha anche l’obiettivo di promuovere l’attività della Fondazione, unica in Italia, proprio per raccogliere nuove adesioni, anche tra le aziende come “soci sostenitori”. Oltre al Comune di Modena, gli attuali altri soci in provincia sono i Comuni di Sassuolo, Castelfranco Emilia, San Possidonio, Novi e l’Unione Terre d’argine.
La Fondazione è nata nel 2004 e a oggi ha aiutato oltre mille persone, per la maggior parte donne, coinvolte in oltre 450 casi gravi. Dall’inizio dell’attività, l’impegno economico ha superato complessivamente i 3,5 milioni di euro. Nonostante ciò, complice anche l’emergenza pandemica che ha costretto le vittime a convivere in casa per lungo tempo con i loro aguzzini, nel corso del 2022 le istanze di aiuto sono aumentate e nei primi dieci mesi dell’anno ne sono state accolte 40 (per oltre 300 mila euro di contributi) tre nel modenese: due casi di femminicidi (a Sassuolo e a Castelfranco) e una rapina, con aggressione da parte di uno sconosciuto, a Modena. Dalla nascita della Fondazione sono stati 67 i casi nel territorio provinciale, 26 dei quali nel capoluogo.
La Fondazione agisce in termini concreti, attraverso contributi economici il cui utilizzo viene definito caso per caso, con tipologie di aiuto che variano dal sostegno scolastico ai figli della vittima a particolari cure mediche o alle spese per la copertura dell’affitto o del mutuo per l’abitazione, fino a una semplice donazione una tantum per affrontare nell’immediato le difficoltà più urgenti.
Per il sindaco Gian Carlo Muzzarelli si tratta “di un modo efficace di sostenere le persone in un momento di difficoltà, con risposte rapide e puntuali che, a nome di tutta la comunità, contribuiscono a restituire un po’ di giustizia a chi ha subito una violenza e ai suoi familiari: ed è un bel segnale che anche le imprese vogliano contribuire al progetto”.
“Per noi è stata una decisione naturale – ha spiegato il presidente di Cooperativa Bilanciai Enrico Messori – perché coerente con i valori ai quali da sempre ci ispiriamo. Conoscere il lavoro della Fondazione ci ha permesso di comprendere che i “sopravvissuti” hanno bisogno della comunità affinché non restino soli, rischiando di non riuscire a rialzarsi. Ora speriamo che lo spettacolo che abbiamo voluto sostenere possa essere un’occasione per attrarre nuovi soci e sensibilizzare sempre più persone rispetto a un tema delicato e al tempo stesso complesso”.
Lo spettacolo “Senza mezze misure”, scritto a quattro mani da Carlo Lucarelli ed Elena Zaccherini, esperta di diritti umani e politiche di genere, oltre che attuale direttrice della Fondazione, partendo dai drammi vissuti da alcune vittime racconta come la rinascita del singolo passi anche attraverso l’impegno concreto di una comunità che lo affianca nel momento più tragico e urgente.
“La Fondazione – spiega Zaccherini – è importante soprattutto per chi ne ha bisogno, chi deve rimettere assieme i pezzi della propria vita dopo aver subito un reato grave o gravissimo. E per riuscire a raggiungere chi ha diritto di ricevere il nostro sostegno, come Fondazione abbiamo bisogno di due cose importanti. La prima: essere saldamente connessi alla rete dei servizi e dei soggetti che sul territorio si occupano di vittime di reati; e questo ci impegna tutti i giorni. La seconda è quella di consolidare il nostro fondo dedicato agli aiuti alle vittime, costituito dalle quote versate dai nostri soci e dalle donazioni dei sostenitori. Lo spettacolo – aggiunge Zaccherini – nasce proprio per promuovere la conoscenza della Fondazione, ed incoraggiare le aziende a sostenerci. Senza mezze misure, appunto, per essere comunità”.
LO SPETTACOLO IN SCENA
Cosa accade il giorno dopo il titolo e una foto sul giornale, quando si spengono i riflettori su un reato grave? O quando si chiude la porta di casa per nascondere al mondo il racconto della violenza consumata dentro le mura di casa? Cosa accade dopo, quando le vittime, o i superstiti, spesso donne sole o bambini, rimangono nella loro vulnerabilità a gestire dolorosamente la propria vita e di quelli che restano?
Sono i temi affrontati nello spettacolo “Senza mezze misure” scritto da Carlo Lucarelli ed Elena Zaccherini con il giornalista e scrittore, oltre che presidente della Fondazione emiliano-romagnola vittime dei reati, sul palco dello Storchi venerdì 18 novembre accompagnato dal Coro Farthan. Musiche, arrangiamenti e direzione sono di Elide Melchioni, alla fisarmonica Anna Palumbo, chitarra e mandolino Antonio Stragapede, adattamento teatrale di Sandra Cavallini.
Nel primo monologo, Lucarelli, parla di questo “giorno dopo”, di quale è il ruolo della Fondazione e invita subito gli spettatori a sbilanciarsi, a farlo senza mezze misure.
Accompagnato dal Coro Farthan, oltre quaranta elementi in scena, con parti di recitato, musiche originali e brani di tradizione popolare di diversa provenienza, Lucarelli snocciola via via tutte le fasi di tante storie drammatiche: dal ricevimento delle richieste di aiuto, lette da voci di burocrati o raccontate in prima persona dalle vittime, per analizzarne i contenuti (reati comuni, femminicidi, violenze di genere).
Voci che si intrecciano, nelle relazioni di denuncia ai carabinieri, negli atti di tribunale, nei certificati di ricovero, nelle fatture presentate, nei racconti. Fino alla forza di riscatto delle vittime e alle risposte di un sistema che c’è e funziona.
L’ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE
La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati si è costituita il 12 ottobre 2004, con la firma dell’atto costitutivo da parte dei Soci fondatori che sono la Regione Emilia-Romagna, le Province e i Comuni capoluogo della regione. Il progetto di dar vita ad una fondazione per dare sostegno immediato alle vittime dei crimini dolosi di maggiore gravità ha preso le mosse dall’art. 7 della legge regionale n. 24 del 2003 “Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”.
La proposta di dotarsi di uno strumento agile, capace di azioni di pronto intervento in situazioni di particolare emergenza, è stata accolta da subito con interesse dalle città e dalle amministrazioni provinciali dell´Emilia-Romagna che hanno voluto esserne convinti co-fondatori.
I soci attivi a luglio 2022 sono la Regione Emilia-Romagna, tutti i comuni capoluogo e i seguenti soci aderenti: Comuni di Castelfranco Emilia (Mo), Novi di Modena (Mo), Sassuolo (Mo), San Possidonio (Mo), Vergato (Bo), Boretto (Re) Valsamoggia (Bo), Unione delle Terre d’Argine (Mo), Unione Pedemontana Parmense (Pr), Unione Val d’Enza (Mo), Unione della Romagna Faentina (Ra), Nuovo Circondario Imolese (Bo) ed Unione Valli del Savio. Oltre ai soci aderenti, contribuiscono a sostenere la Fondazione anche 2 Soci sostenitori: l’Università di Parma e la Cooperativa Bilanciai di Campogalliano (Modena), prima azienda ad aderire alla Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati.
La Fondazione interviene “a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, quando, da delitti non colposi, ne derivi la morte o un danno gravissimo alla persona. Per danno gravissimo alla persona si intendono i danni arrecati ai beni morali e materiali che costituiscono l’essenza stessa dell’Essere umano, come la vita, l´integrità fisica, la libertà morale e sessuale (art. 2, comma 1 e 2 dello Statuto)”.
L’intervento – volto a permettere alla vittima o alla sua famiglia di affrontare nell’immediato lo choc determinato da un grave crimine, mediante un intervento rapido, spesso in denaro – può essere attivato sia “quando il fatto è avvenuto nel territorio regionale, sia quando è avvenuto fuori del territorio regionale, ma abbia come vittime cittadini residenti in Emilia-Romagna” (art. 2, comma 3 dello Statuto).
La richiesta di intervento viene rivolta alla Fondazione sempre e solo dal Sindaco sia esso “del Comune in cui è avvenuto il fatto ovvero del Comune di residenza della vittima (art. 2, comma 4 dello Statuto)”. La Fondazione agisce in termini concreti: l’evento, il caso, non è definito a priori come pure il tipo di intervento; alcune tipologie di intervento possono essere: il sostegno scolastico ai figli della vittima, particolari cure mediche, spese per la copertura dell’affitto o del mutuo per l’abitazione, oppure semplicemente una donazione una tantum per affrontare nell’immediato le difficoltà più urgenti.
La Fondazione è stata voluta per poter intervenire con rapidità – senza dover affrontare i vincoli burocratici tipici della pubblica amministrazione – di fronte a emergenze, spesso drammatiche, delle vittime e delle loro famiglie pur mantenendo l’intervento nell’area della responsabilità pubblica.