La poesia di Emilio Rentocchini è un evento unico nella storia della poesia italiana del nostro tempo. La sua opera consta essenzialmente di trecento ottave ciascuna scritta per così dire due volte: nel dialetto di Sassuolo e in italiano.
Si tratta di ottave perfette secondo la tradizione metrica (ABABABCC) di questa strofe che, dai poemi cavallereschi del Duecento fino al Boiardo e all’Ariosto, appartiene alla poesia epica e narrativa; ma, Rentocchini, con un’invenzione geniale, la strappa dal suo contesto e trasforma ogni ottava in una poesia autonoma di natura essenzialmente lirica. Rentocchini si è calato in questa forma inflessibilmente chiusa fino al punto in cui la costrizione metrica si rovescia in un’inaudita libertà.
Così inizia la prefazione di Giorgio Agamben a Lingua madre, che raccoglie l’opus completo delle sue ottave, 300 stanze scritte in trent’anni. E colloca il poeta di Sassuolo nella collana Ardilut in compagnia di Pasolini, Zanzotto, Biagio Marin, Franco Scataglini.
Emilio Rentocchini, Lingua madre. Ottave 1994-2019, Quodlibet – 2022
Per chi vorrà ascoltare dalla voce dell’autore il suono ‘sassolese’ del nostro dialetto, l’associazione Biasin ha organizzato, in sala Biasin, una serata di poesia in cui, sabato 19 novembre, alle ore 17, Rentocchini dialogherà con Rita Turrini.