Sarà una fondazione di partecipazione, con Comune di Modena, Unimore e Fondazione di Modena come soci fondatori, il soggetto che avrà il compito di gestire le attività e i servizi culturali, di accoglienza, didattica e formazione previsti nel complesso dell’ex Sant’Agostino in corso di riqualificazione, nell’ambito del più ampio progetto del polo culturale che comprende anche il Palazzo dei Musei, l’ex Ospedale Estense e largo Sant’Agostino.
La denominazione completa sarà “Fondazione Ago – Modena Fabbriche culturali”, iscritta al registro degli Enti del Terzo settore, e mercoledì 23 novembre è stato avviato il percorso per l’approvazione, nelle prossime settimane da parte del Consiglio comunale, dello statuto, insieme alle “Linee guida per il progetto culturale” che rappresenta l’aggiornamento del documento approvato dal Consiglio nel 2018.
Alla seduta della commissione consiliare Servizi, presieduta da Tommaso Fasano, hanno partecipato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il rettore Carlo Adolfo Porro e il presidente di Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli, insieme all’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, alla dirigente comunale Giulia Severi, al pro rettore Gianluca Marchi, al direttore generale di Unimore Stefano Ronchetti, al direttore del Polo museale dell’Università Emiro Endrighi, al direttore generale di Fondazione di Modena Luigi Benedetti.
In Ago vengono assorbite attività e risorse di Fmav, la Fondazione Modena Arti visive di cui sono soci Comune e Fondazione di Modena: sede e sale espositive verranno ricollocate nel complesso Sant’Agostino liberando gli spazi attualmente occupati nel palazzo Santa Margherita da destinare all’ampliamento della biblioteca Delfini. Le collezioni d’arte contemporanea avranno maggiore respiro e visibilità e verrà valorizzato il Museo della Figurina con un nuovo allestimento studiato nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’edificio. Rimarrà anche la disponibilità della Palazzina del Vigarani ai Giardini Ducali.
Nell’ambito di Ago, inoltre, si prevede la ristrutturazione, il riallestimento e l’apertura al pubblico dei Musei universitari presenti nel complesso che, in coerenza con i programmi che hanno portato al riconoscimento di Modena Città Creativa Unesco per le media arts, si candida a divenire un polo di eccellenza per le nuove frontiere dell’arte e della conoscenza.
Dall’arte contemporanea e innovativa, alla ricerca e formazione sulle Digital Humanities, fino all’apprendimento orientato all’edutech, Ago, infatti, è ideato come luogo dove le materie scientifiche e umanistiche si incontrano e si integrano, dove le attività culturali e formative trovano anche ambienti destinati all’accoglienza, alle residenze e alla ristorazione.
Un vero e proprio hub culturale che, in sinergia con le diverse istituzioni del territorio e collocato in spazi di pregio architettonico, sviluppa la sua attività promuovendo qualità diffusa e una partecipazione attiva della cittadinanza, in una dimensione che si allarga dal locale all’internazionale. Si tratta di un luogo ampio e complesso, con funzioni diverse e una gestione unitaria.
Sono queste, infatti, le prospettive delineate dalle “Linee guida per il progetto culturale” che conferma gli obiettivi strategici già indicati nel 2018 in un contesto dove si rafforza la capacità di programmazione dei singoli istituti, di farlo in maniera coordinata tra di loro e integrata, grazie, appunto, all’attività di Ago.
ECCO STATUTO E PROGETTO CULTURALE
Lo statuto della “Fondazione Ago – Modena Fabbriche culturali Ente del Terzo settore” prevede una governance che si sviluppa sulla base di tre organismi (il Consiglio d’indirizzo, il Consiglio di amministrazione e il Comitato scientifico) nei quali le istituzioni promotrici esprimono le proprie competenze specifiche.
Il Comune, per esempio, grazie all’attività in materia di programmazione culturale, può contribuire ad armonizzare le iniziative di Ago con le strategie territoriali nell’ambito del Consiglio d’indirizzo. L’organismo è composto da cinque membri designati uno a testa da Comune, Università e Fondazione, mentre due sono nominati dai primi tre. Il presidente ha funzioni di rappresentanza istituzionale.
L’Università apporta le sue specifiche competenze grazie al ruolo guida ricoperto nel Comitato scientifico, dove tre dei cinque membri vengono designati da Unimore (uno dal Comune e uno dalla Fondazione).
Fondazione di Modena, che ha in Ago un proprio ente strumentale e di conseguenza controlla l’organo amministrativo, può garantire nel Consiglio di amministrazione l’adeguata efficienza gestionale e, appunto, amministrativa: tre membri su cinque, infatti, sono nominati dalla Fondazione (uno designato dal Comune, l’altro da Unimore) e uno di questi ricopre l’incarico di presidente esecutivo.
La struttura della nuova Fondazione si completa con l’Organo di controllo, nominato dal Consiglio d’indirizzo (monocratico oppure con tre membri, uno dei quali con ruolo di presidente), e con il Comitato di Garanzia composto da prefetto, presidente del Tribunale e un terzo membro nominato congiuntamente dai primi due.
Gli incarichi possono essere remunerati nella misura indicata dal Consiglio d’indirizzo e nei limiti di ciò che prevede il Codice del Terzo settore. Il fondo di dotazione iniziale dell’ente sarà costituito dal valore d’uso dell’ex ospedale Sant’Agostino di proprietà di Fondazione di Modena, mentre il Comune non conferirà direttamente al fondo dotazione di beni e risorse proprie.
Le attività e le risorse di Fmav vengono assorbite dal nuovo ente, senza soluzione di continuità, e il Comune continuerà a contribuire alle spese nella misura attualmente concordata. Tutte le altre spese di esercizio, di gestione e di produzione culturale di Ago sono a carico di Fondazione di Modena, con la possibilità, comunque, di ottenere contributi pubblici e privati, anche partecipando a bandi nazionali ed europei.
Accanto ai tre soci fondatori, lo statuto di Ago prevede la possibilità di apporti di idee e risorse di ulteriori soggetti, pubblici o privati, stabilmente o temporaneamente. Si individuano così le figure dei “partecipanti istituzionali” e dei “partecipanti” che, nominati dal Consiglio di amministrazione, potranno destinare i loro contributi anche a progetti specifici della nuova Fondazione.