Venerdì 9 dicembre alle ore 21.00 al Teatro dei Segni di Modena, si terrà “Al lavoro sul Giulio Cesare”, incontro con il regista Stefano Tè e presentazione del libro “Sguardi sul teatro contemporaneo” di Fabio Francione (ed. Libri Scheiwiller – 24Ore Cultura), alla presenza dell’autore.
La serata sarà l’occasione per dialogare con alcuni degli artisti coinvolti nella creazione di “Giulio Cesare – primo studio”, in scena nel Carcere di Modena fino al 12 dicembre.
Un appuntamento di Abitare Utopie / Eventi, il programma realizzato dal Teatro dei Venti con il contributo del Comune di Modena e della Fondazione di Modena.
IL LIBRO
“Sguardi sul teatro contemporaneo” è una collana di interviste, dedicata a personaggi di spicco del mondo della cultura, concepita come un ragionamento a più voci condotto dal curatore, Fabio Francione, insieme agli autori intervistati sui temi di più stretta attualità. Tra questi Ascanio Celestini, Romeo Castellucci, Eugenio Barba, Rafael Spregelburd, Marta Cuscunà, Stefano Tè e molti altri.
Dopo i primi due titoli, di Fulvio Irace sull’architettura e di Matteo Vercelloni sul design, in questo volume dedicato al teatro, Francione riflette, insieme a sedici tra i maggiori interpreti della scena teatrale italiana e internazionale, sulla situazione attuale del teatro e sulle prospettive future, toccando temi di pungente attualità, resi ancor più cruciali dalle contingenze determinate dalla pandemia, che ha colpito con particolare virulenza il settore delle arti dello spettacolo. Dalle diverse voci interrogate dall’autore emerge un’idea forte del teatro come luogo di incontro, confronto e talvolta di scontro tra la piccola comunità della compagnia drammaturgica e la collettività, non solo e non tanto alla ricerca di divertimento e svago per dimenticare le contingenze quotidiane, ma per ascoltare una parola in cui la comunità possa ritrovarsi e conoscersi.
L’AUTORE
Fabio Francione, giornalista e scrittore, collabora con “Il Cittadino” e “Alias”, inserto culturale de “il Manifesto”. È curatore di numerose pubblicazioni di argomento teatrale, nonché autore di diversi contributi apparsi in atti di convegni e riviste di settore; ha inoltre ideato e curato la mostra e il relativo catalogo Paolo Grassi… senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione, Milano 2019 tenutasi al Piccolo di Milano in occasione del centenario di Paolo Grassi.
Ingresso gratuito con prenotazione al seguente link: https://forms.gle/SrK2hFG1XMGF3o1MA
Info: 345 6018277 – biglietteria@trasparenzefestival.it
GIULIO CESARE – PRIMO STUDIO
Il nuovo lavoro del Teatro dei Venti con gli attori del Carcere di Modena, ha debuttato venerdì 2 dicembre nella Casa Circondariale di Modena con repliche il 5, 6, 7, 9, 12 dicembre alle ore 18.00, solo per un pubblico già autorizzato. Questo evento ha inaugurato il Teatro della Casa Circondariale, dopo i lavori di ristrutturazione che ne hanno migliorato la funzionalità, alla presenza di rappresentati istituzionali e autorità.
“Giulio Cesare – primo studio” è una produzione Teatro dei Venti in collaborazione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione di Modena all’interno del progetto “Abitare Utopie”.
Liberamente tratto dal “Giulio Cesare” di William Shakespeare. Con gli attori del Carcere di Modena e la partecipazione di Dario Garofalo. Regia Stefano Tè. Assistente alla regia Massimo Don. Drammaturgia Massimo Don e Stefano Tè. Musica dal vivo Irida Gjergji. Costumi Nuvia Valestri e Teatro dei Venti. Assistente di scena Elisa Di Cristofaro. Luci e audio Luigi Pascale. Tirocinante Patascuola Giulia Carlotti.
“Giulio Cesare” è il primo capitolo della trilogia shakespeariana che il Teatro dei Venti produrrà nel biennio 2022-2023 all’interno dei progetti teatrali nella Casa Circondariale di Modena e nella Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia. Questo primo studio avvia una riflessione incentrata sull’Uomo e sulla natura umana, sul Tradimento, la ricerca di Potere, la Vendetta. La trasposizione scenica vede corpi, voci e suoni protagonisti di una ossatura drammatica essenziale, asciutta. Lo spettacolo definitivo debutterà nel dicembre del 2023. La trilogia sarà completata dall’Amleto con gli attori del Carcere di Castelfranco Emilia e dal radiodramma sul Macbeth, registrato all’interno di entrambi gli Istituti.