Nella casa di reclusione di Castelfranco Emilia Babbo Natale ha il volto e la voce di Filippo Neviani, in arte Nek. Il celebre cantante sassolese, che quest’anno festeggia cinquant’anni di vita e trenta di carriera musicale, ha fatto visita ieri alla struttura in provincia di Modena in cui sono reclusi detenuti che devono scontare una pena superiore ai cinque anni.
Per queste persone il periodo natalizio è spesso un momento difficile, in quanto avvertono maggiormente la lontananza dai familiari e il peso dei propri errori.
«Come ha ricordato papa Francesco, è giusto che i detenuti paghino per gli sbagli commessi, ma è altrettanto giusto dare loro la possibilità di redimersi senza essere esclusi dalla società – afferma Francesco Pagano, presidente della cooperativa sociale Giorni Nuovi di Modena (aderente a Confcooperative Modena), costituita nel 2015 da cinque persone che prestano volontariato nelle carceri modenesi da una decina d’anni – Abbiamo pensato che in questi giorni di festa sia bello che personaggi famosi si rechino in luoghi come le carceri, mangino insieme ai detenuti e facciano sentire loro che sono vicini nel percorso di recupero».
A Castelfranco Giorni Nuovi ha collaborato con Prison Fellowship Italia, l’associazione che da alcuni anni realizza in contemporanea in venti carceri italiane il progetto “L’altra cucina” con camerieri di eccezione: attori, cantanti e sportivi.
Nek ha visitato gli spazi e i laboratori della casa di reclusione di Castelfranco (compreso l’ostificio gestito dalla cooperativa), ha premiato i detenuti che si sono distinti per le attività svolte, cantato e suonato con loro.
«Sono molto felice di essere qui e aver potuto finalmente accettare un invito ricevuto tanto tempo fa – dichiara Nek – Non sono io ad aver fatto un regalo ai detenuti, ma sono loro che l’hanno fatto a me».
«La vera finalità di questo evento è far trascorrere una giornata di allegria e spensieratezza ai nostri detenuti – conclude la direttrice della casa di reclusione Maria Martone – Vogliamo ricordare loro che esiste una vita oltre le sbarre e che è sempre possibile ricominciare».