Secondo una ricerca condotta dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, i reggiani spenderanno 208 milioni di euro per l’acquisto di bevande, generi alimentari e regali di Natale. Di questi, 127 milioni saranno destinati all’acquisto di prodotti alimentari e di bevande, mentre i restanti 81 milioni verranno spesi per altri prodotti e servizi tipici del Natale. A livello regionale, le percentuali sono praticamente identiche: si stima che le famiglie emiliano romagnole spenderanno 1.843 milioni di euro in regali, di cui quasi due terzi (61%) in generi alimentari e bevande, pari a 1.125 milioni.
“Nonostante l’inflazione in aumento condizioni le scelte dei consumatori – sottolinea Francesco Caselli, presidente Lapam Alimentazione -, anche nel corso del mese di dicembre di quest’anno, come per i precedenti, si registra una modifica notevole delle abitudini di acquisto, con un valore delle vendite al dettaglio superiore del 25,5% rispetto alla media mensile annuale. E Reggio Emilia si conferma al top in Italia per il comparto alimentare così prezioso per il nostro export”.
La ricerca Lapam analizza nello specifico il settore alimentare: l’artigianato attivo nei settori di offerta di prodotti e servizi tipici del Natale vede infatti l’alimentare, le bevande e la ristorazione come primo ambito in Emilia-Romagna, che conta 6.882 imprese artigiane attive con 27.296 addetti. A Reggio Emilia, le imprese attive nel settore sono 779 con un totale di 3.104 addetti, in cui a far da padroni sono, come sottolinea il presidente Lapam Alimentazione “i generi agroalimentari di qualità tra Igp e Dop prodotti nel territorio che mette la provincia di Reggio Emilia tra le prime a livello nazionale, all’interno della regione Emilia-Romagna che vanta ben 43 prodotti tra Dop e Igp al primo posto in Italia. La ricerca evidenzia che le esportazioni del ‘Made in Reggio Emilia’ registrano una nuova crescita e hanno un’incidenza più alta rispetto alla media nazionale: se in Italia le esportazioni si attestano al 2,9% del valore aggiunto, a Reggio Emilia si raggiunge il 4,2%”.
Un tema sensibile è l’aumento dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari e l’inflazione. Sul fronte dei prezzi al consumo, l’inflazione ad ottobre 2022 è pari a 11,8%, mentre era a +3,0% un anno prima; i prodotti alimentari sono al +13,8% (era +1,0%) mentre le bevande analcoliche si fermano al +11,1% (era +0,9%). Nell’ambito dei prodotti alimentari i prezzi crescono maggiormente per pasta secca, pasta fresca e couscous con il +26,8% (era +4,9% un anno prima), pane fresco con il +13,3% (era +1,4%) e preparati di pasta a +12,5% (era +1,9%) mentre i prodotti freschi di pasticceria registrano un aumento del 6,6% (era 1,4%), praticamente dimezzato rispetto all’inflazione. Tra le bevande gli aumenti più alti per birra a +8,6% (era +0,2%) e caffè 8,4% (dal -0,5%) che restano comunque inferiori al tasso medio di inflazione. Tra i servizi di ristorazione di ristoranti, bar e simili diversi dalle mense gli aumenti maggiori riguardano in particolare food delivery a +9,4% (era +7%), consumazioni di prodotti di gastronomia a +8,4% (era +1,3%) e pasto in pizzeria a +6,9% (era +1,6%). In particolare, nella nostra regione, la dinamica dei prezzi al consumo per alimentari e bevande analcoliche, a ottobre 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa, risulta pari al +13,8%, in linea con quella nazionale (+13,5%).