“Si apre oggi il processo per Saman Abbas, la giovane donna trovata morta nei pressi dell’abitazione in cui viveva insieme alla sua famiglia, della cui morte sono accusarti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, la madre Nazia tuttora latitante, ed il padre, Shabbar Abbas, detenuto in Pakistan e non ancora estradato in Italia. Al processo si costituiscono parte civile anche alcune associazioni di Bologna ed è molto importante che ci sia un’eco così diffusa perché, come è stato richiesto anche da autorevoli esponenti della stampa nei giorni scorsi, questo processo va ben oltre il singolo caso, e rientra nella storia delle pagine dei diritti, delle disuguaglianze e della violenza, al pari di altri casi, quali quello di Giulio Regeni, solo per fare un esempio.

Affinché non accadano mai più episodi come questi è necessario conoscere la verità più piena di quei fatti ed evitare che ognuno la produca da sé. Abbiamo molta fiducia nella Magistratura e questo caso è per noi emblematico anche per scrivere la Carta dell’Uguaglianza che il Piano della Città metropolitana prevede di volere condividere con tutte le associazioni di migranti presenti a Bologna. Matrimoni forzati, infibulazioni, vite recluse non hanno giustificazione alcuna nella cultura di provenienza, sta a noi rendere effettivi i principi di uguaglianza, di equità e di libertà alla base dell’Europa e di comunità in cui si vive meglio tutti”.

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