Nella mitologia greca, le ninfe erano spiriti legati a sorgenti, montagne, foreste: personificazioni della natura e dell’equilibrio degli ecosistemi. In biologia, si parla di ninfe per descrivere gli insetti in uno stadio ancora immaturo, prima che, attraverso la metamorfosi, si trasformino in adulti con piene funzionalità.

 

NYMPHE – nuovo progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna – mette insieme entrambi questi significati. Si pone infatti l’obiettivo di sviluppare, con approcci biotecnologici che coinvolgono diversi tipi di organismi – microrganismi, piante, vermi, molluschi – tecniche che spingano gli ecosistemi naturali a trasformarsi e rivitalizzarsi, diventando capaci di riparare i danni inferti dall’attività umana. Capaci, insomma di, risanare sé stessi.

Finanziato con circa 5,5 milioni di euro nell’ambito di Horizon Europe, il progetto conta sulla collaborazione di 17 partners da 11 paesi europei (Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Romania, Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia) a cui si aggiunge un’importante università svizzera. L’elevato livello scientifico è garantito dalla presenza tra i partner di ben nove istituti di ricerca e università, insieme a due organizzazioni non governative, sei piccole-medie imprese e una grande impresa italiana, Eni Rewind, coordinati dall’Università di Bologna.

Gli studiosi si concentreranno su casi concreti di profonda contaminazione ambientale in diversi paesi europei (Germania, Italia, Grecia, Slovacchia, Spagna): contaminazioni di acque reflue e fiumi con composti farmaceutici, suoli contaminati dall’attività industriale con solventi e derivati del petrolio, suoli agricoli contaminati da plastica e fitofarmaci. La sfida è sviluppare strategie su misura per rimuovere almeno il 90% degli inquinanti presenti nelle aree contaminate prese in esame e promuovere il raggiungimento dei più elevati standard di qualità ambientale delle stesse, in modo da far crescere il loro livello di biodiversità.

“Con questo progetto vogliamo dimostrare che, sfruttando la capacità dei micro e macro-organismi di collaborare tra loro, è possibile costruire interventi di biorisanamento su misura per ogni situazione contaminata, anche le più complesse”, dice Giulio Zanaroli, professore al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, che coordina il progetto, con il supporto del suo gruppo di ricerca: Elena Biagi, Andrea Negroni, Alberto Botti ed Eliana Musmeci. “Le azioni di NYMPHE miglioreranno le prestazioni ambientali complessive e la sostenibilità degli interventi di risanamento, sfruttando l’attività degradativa di organismi viventi”.

L’Università di Bologna partecipa al progetto con un team di docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (Giulio Zanaroli, Davide Pinelli, Dario Frascari, Alessandra Bonoli ed Elena Biagi) e del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie (Marco Candela e Simone Rampelli). Il loro impegno si concentrerà in particolare sull’inquinamento industriale del suolo e della falda acquifera sottostante.

“Si tratta di un tipo di contaminazione che vede spesso la presenza contemporanea di diversi derivati del petrolio e solventi clorurati: una situazione composita che ben si presta ad essere affrontata sfruttando l’incredibile varietà di funzioni delle comunità microbiche del suolo”, dice ancora Zanaroli. “Queste comunità microbiche sono alla base dei cicli biogeochimici del pianeta e sostengono, di fatto, l’esistenza della vita sulla terra: sono formate da batteri, funghi e virus, tutti organismi invisibili, dotati di incredibile capacità di adattamento e di una stupefacente potenzialità di degradare molecole inquinanti. Ciò che il progetto si pone come obiettivo è proprio fare in modo che questa potenzialità si esprima con la massima efficienza possibile”.

Questo approccio che favorisce soluzioni basate sulla natura, a basso consumo energetico e a basso utilizzo di sostanze chimiche per eliminare gli inquinanti, contribuirà ai risultati attesi del piano d’azione dell’Unione Europea contro l’inquinamento zero (“Verso un inquinamento zero per aria, acqua e suolo”): un risultato chiave del Green Deal europeo.

Gli obiettivi del progetto di biorisanamento del suolo, in particolare quelli agricoli e il miglioramento dei corpi idrici e dei sedimenti saranno inoltre un passo verso il raggiungimento di quattro dei diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: Quantità e qualità della produzione alimentare (SDG2), Vivere in un ambiente sano (SDG3), Raggiungere la qualità dell’acqua (SDG6), Proteggere la vita sott’acqua e sulla terra (SDGs 14 e 15). Inoltre, riutilizzando le conchiglie di bivalvi come agenti di biorisanamento ed elaborando scenari per la valorizzazione delle piante utilizzate per il fitorisanamento, NYMPHE agirà in conformità con il nuovo piano d’azione per l’economia circolare progettato per ridurre la pressione sulle risorse naturali: un fattore essenziale per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

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