Tempestività ed efficacia dei soccorsi avanzati, anche in ambiente impervio. Sono questi gli obiettivi di una esercitazione sul Monte Cimone.
Grazie alla collaborazione tra la Centrale Operativa 118 Emilia EST, gli elisoccorsi di Bologna e Pavullo, la stazione del Monte Cimone del Soccorso Alpino dell’Emilia Romagna, il soccorso Piste del Monte Cimone, i carabinieri di Passo Del Lupo e l’emergenza territoriale 118 di Modena è nata l’iniziativa “Montagna e Soccorso in Appennino”: due giorni dedicati al soccorso in montagna, durante i quali esperti del settore si sono confrontati sui protocolli di intervento per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei soccorsi in condizioni estreme.
L’attenzione è stata posta sul trattamento dell’ipotermia accidentale severa e sulle sue conseguenze estreme, ovvero l’arresto cardiaco e la conseguente morte. Seppur tale condizione non sia frequente, può verificarsi in particolari condizioni ambientali: in inverno in montagna, associata o meno ad eventi particolari come le valanghe.
Le simulazioni che hanno avuto luogo presso le piste del consorzio Cimone hanno previsto la ricerca ed il soccorso di tre sci-alpinisti: un ipotermico con un trauma grave, un ipotermico di II grado con trauma ed un terzo paziente in arresto cardio-respiratorio ipotermico per il quale è stato testato l’utilizzo di un innovativo sistema trasportabile di circolazione extracorporea ECMO. I 3 pazienti simulati sono stati soccorsi in ambiente impervio grazie alla collaborazione tra Soccorso Alpino, Soccorso Piste Cimone e Carabinieri anche con l’impiego dell’elisoccorso di Pavullo, ancora l’unico elisoccorso in regione in grado di operare in ambiente impervio.
L’equipe dell’elisoccorso di Bologna, atterrato successivamente al Passo del Lupo, ha testato, in modo del tutto innovativo, l’utilizzo di un sistema trasportabile di circolazione extracorporea ECMO direttamente sul campo, per intervenire sul paziente in arresto cardiaco ipotermico. Lo scenario di intervento dei soccorsi si è concluso infine con il trasporto simulato verso uno dei due centri regionali di riferimento per il trattamento di questi pazienti che – nella nostra regione – sono le Cardio Chirurgie e Cardio Anestesie dell’Ospedale Maggiore di Parma e del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna.
Il sistema di circolazione extracorporea (l’ECMO) è una tecnologia che può garantire un supporto cardiovascolare ed un riscaldamento graduale del paziente che, come ampiamente riportato in letteratura, consente la sopravvivenza di pazienti vittima di ipotermia grave in arresto cardiocircolatorio.
L’evoluzione scientifica e tecnologica oggi è in grado di rendere sempre più leggeri e dunque trasportabili questi sistemi avanzati di soccorso. Il loro utilizzo richiede però formazione, competenza e addestramento e lo strumento collaudato della simulazione può garantire i massimi risultati di performance.
La sperimentazione odierna è peraltro l’esito di un percorso di specializzazione avviato già da tempo dal 118 di Bologna, relativo in generale ai trasporti attrezzati complessi, tra cui quelli con ECMO su ruote a lunga percorrenza. Il primo intervento di questo tipo in Regione avvenne nel 2011, in occasione del trasporto di un paziente con gravissima insufficienza respiratoria da virus H1N1. Allora l’equipe del 118 di Bologna effettuava per la prima volta il trasporto di un paziente assistito con l’ECMO fino al Policlinico di Sant’Orsola.
L’addestramento-simulazione di oggi è stato dunque l’occasione per consolidare e acquisire nuove skills da parte del personale medico-infermieristico del 118 delle Aziende USL di Bologna e Modena. Al contempo l’interazione con i diversi enti tecnici di soccorso ha permesso ai i professionisti dell’Emergenza dell’Ospedale Maggiore di Bologna di testare manovre complesse di salvataggio in ambiente impervio, potendo contare tra le altre cose sull’esperienza consolidata con il Centro di simulazione Gambale, adibito proprio alla formazione continua.
Continua dunque l’impegno dei professionisti dell’emergenza per garantire un soccorso sanitario avanzato portato direttamente al paziente in ogni luogo della regione, in ogni momento della giornata, grazie alla crescita formativa clinica e agli sviluppi operativi diurni e notturni dei velivoli.