Ha appiccato il fuoco per vendetta nei confronti dei vicini, cospargendo di benzina l’atrio del condominio nel quale la stessa abitava, appiccandovi il fuoco. Non paga alla vista dei vicini gli ha gettato addosso la benzina con l’intento, non riuscito, di cagionare loro lesioni personali. Per questi motivi con l’accusa di tentato incendio e lesioni personali i Carabinieri della stazione di Corso Cairoli hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia una 56enne abitante a Reggio Emilia. La

Procura reggiana, concordando con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri, ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti della donna della misura di sicurezza provvisoria della libertà vigilata per la durata di un anno. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri reggiani la donna, a seguito di alcuni screzi nati in ambito condominiale, nella mattinata del 2 marzo ha deciso di appiccare un fuoco nell’atrio del suo condominio, un palazzo sito nel capoluogo reggiano. L’attività ritorsiva e intimidatoria della donna veniva notata da alcuni condomini ai quali la donna, vistasi scoperta e dopo aver appiccato le fiamme nel condominio, versava addosso liquido infiammabile. I vicini di casa, madre e figlio, dopo una colluttazione con la donna, riuscivano a divincolarsi, darsi alla fuga ed uscire dal palazzo. Nel frattempo, alcuni passanti alla vista del fumo avevano allertato i vigili del fuoco ed i carabinieri che giungevano nell’immediatezza spegnendo il fuoco. Le vittime venivano trasportate con urgenza al pronto soccorso, per le esalazioni di fumo respirate, fortunatamente senza riportare gravi danni.

I fatti refertati dai carabinieri alla Procura reggiana vedevano quest’ultima condividere con le indagini per cui richiedeva ed otteneva dal tribunale di Reggio Emilia la menzionata misura di sicurezza trasmessa ai carabinieri per l’esecuzione. Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagata.

 

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