L’Ateneo ha ospitato oggi una cerimonia, con la consegna di una pergamena in ricordo di Alberto Meschieri, giovane studente di Unimore, per attestarne il merito al titolo di dottore magistrale in Informatica. Alberto Meschieri si è laureato nella triennale di Informatica a ottobre del 2021 e oggi sarebbe al secondo anno della magistrale. Era affetto da fibrosi cistica dalla nascita e, dopo circa tre mesi da un trapianto che sembrava riuscito, è mancato per un malore improvviso nel settembre 2022.

La cerimonia, in presenza di familiari, studenti/esse suoi colleghi/e e amici/che, ha visto gli interventi del direttore del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche Prof. Luca Zanni, del delegato alla didattica Prof. Giacomo Cabri, del tutor in itinere di Alberto Meschieri, Prof. Mauro Leoncini, del rappresentante degli studenti, Lorenzo Stigliano, e di Luca Meschieri,  fratello di Alberto.

“Sono stata il relatore di Alberto per la sua tesi di laurea triennale” – afferma la Prof. Manuela Montangero  – e in quel periodo ho avuto modo di conoscere meglio lui e la sua storia. Ho conosciuto un ragazzo molto coraggioso e con un tenace amore per la vita, che non si è fatto scoraggiare da una lunga malattia, ma che ha lottato per costruire il suo futuro, non ha abbandonato gli studi nonostante le difficoltà e che si adoperava per aiutare i ragazzi più giovani nel loro percorso di studi. La sua scomparsa prematura ha lasciato una profonda tristezza in me e negli altri docenti del corso, così come negli studenti che lo hanno conosciuto, ma sono sicura che non scorderemo la grande lezione di vita che ci ha lasciato”.

In qualità di responsabile del tutorato in itinere,” afferma il Prof. Mauro Leoncini “ho dapprima seguito Alberto in uno dei passaggi più delicati del suo percorso di studi. In seguito l’ho avuto anche come brillante studente nei miei insegnamenti presenti nei percorsi di studio in Informatica, triennale e magistrale. Dal primo incontro all’ultimo scambio di messaggi Alberto è sempre stato in grado di stupirmi, di sorprendermi per la sua curiosità, il coraggio, la lucida coscienza delle difficoltà; una consapevolezza che tuttavia non aveva il potere di spegnere i progetti e le aspirazioni per un futuro che sapeva molto incerto. Posso ben dire di essermi arricchito dall’aver fatto parte, pur brevemente, di una vicenda umana che ha toccato nel profondo anche tanti altri miei colleghi che hanno conosciuto Alberto.”

Albi non era la sua malattia e non ha mai voluto trattamenti di favore,” – racconta Luca Meschieri – “ma ha comunque sempre cercato di descrivere quella che era la situazione con consapevolezza e oggettività. Albi ha vissuto una vita col fiato corto e solo negli ultimi mesi dopo il trapianto di polmoni è riuscito a respirare veramente e in un certo senso a rinascere. Per questo mi sento di fare un appello: se Albi è riuscito a vivere qualche mese come un ragazzo qualunque è stato grazie a qualcuno di molto speciale che ha donato i suoi organi, noi non smetteremo mai di ringraziare il suo angelo custode per averci regalato un pò di tempo in più. Purtroppo la sua strada si è interrotta in modo improvviso, ma una cosa è certa: adesso tutti sulla nostra strada abbiamo qualcuno che ci guida dall’alto.”

Non tutti sapevamo però che sulle spalle portassi il mondo.ricorda Lorenzo Stigliano, rivolgendosi direttamente ad Alberto Una condizione che ti ha accompagnato da tempo e che ti sei premurato di non addossarci in alcun modo. Non hai mai permesso a quel macigno di fermarti nei confronti dei tuoi sogni e delle tue ambizioni e questo ce lo hai sempre trasmesso con coraggio, tenacia, passione e speranza, quando invece noi pensavamo di non avere speranze nei confronti della realtà che ci circondava.

 

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