La sfida sulla neutralità carbonica definisce, più di ogni altra, la direzione e le priorità per il futuro della città. Occorre far rientrare il territorio dentro i limiti della sostenibilità perché rappresenta una responsabilità a cui non possiamo rinunciare, ma anche come opportunità per la competitività del sistema economico e sociale.
Per raggiungere questo obbiettivo, la priorità è la riduzione degli sprechi, attraverso la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Altrettanto importante è la produzione di energia da fonti rinnovabili che, per il nostro territorio, significa soprattutto solare fotovoltaico.
Reggio Emilia conta 30 MW di impianti solari, che ne fanno l’ottava città in Italia per potenza installata ogni mille abitanti. Tuttavia, sono ancora di gran lunga insufficienti per raggiungere gli obiettivi assunti sulla transizione energetica.
Il nuovo Piano urbanistico generale prevede la realizzazione, entro il 2030, di 200 MW di impianti a fonti rinnovabili, individuando quattro ambiti prioritari per il raggiungimento di questo risultato.
Innanzitutto, la diffusione di impianti per l’autoconsumo sui tetti delle aziende con l’obiettivo di trasformare le zone industriali da consumatori di energia a centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili, in grado di soddisfare la metà dell’obiettivo comunale al 2030. A tal fine, il Piano non resta in attesa di un, pur auspicabile, protagonismo privato e introduce un aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quanto previsto dalla Regione, nonché la copertura dei nuovi parcheggi nelle aree produttive con pensiline fotovoltaiche. Questo significa, ad esempio, che per un capannone di 2.500 metri quadrati a fronte di un obbligo dell’installazione di 50 kW di fotovoltaico, il Piano porta questo valore ad oltre il doppio, pari a 110 kW.
La seconda azione introdotta dal Piano è la rimozione di oltre un milione di metri quadrati di coperture in amianto presenti in città, che da sole valgono quasi 100 MW se abbinate alla installazione di impianti fotovoltaici.
Inoltre, la diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili consentirà non solo di autoprodurre l’energia di cui abbiamo bisogno, ma anche distribuirla a funzioni private e di interesse pubblico in una trasformazione che riguarderà ogni quartiere della nostra città. Per favorire questo cambiamento, sono stati rimossi tutti i vincoli comunali per la realizzazione di impianti fotovoltaici in copertura.
Infine la promozione dell’agrivoltaico, al centro si un convegno promosso il 6 aprile da Crpa insieme con Cnr e Comune di Reggio, in grado di rendere compatibile la produzione alimentare con l’autosufficienza energetica delle imprese agricole, riducendo al contempo il fabbisogno idrico di alcune colture. Rispetto a questa tipologia di impianti, occorrerà però avere attenzione affinché la strategia sulla decarbonizzazione non sia la causa della riduzione della biodiversità, a maggior ragione in un territorio come il nostro caratterizzato da produzioni di qualità.
Abbiamo tutte le tecnologie che servono per innescare questa rivoluzione, riducendo i consumi e producendo l’energia da fonti rinnovabili. Serve, ora, una politica coerente rispetto agli annunci sulla sostenibilità che smetta di difendere vecchi modelli di sviluppo e consumo, rimandando scelte urgenti e necessarie come quelle della transizione energetica. Servono anche regole chiare e durature nel tempo, necessarie per agevolare gli investimenti pubblici e privati senza i quali non è possibile raggiungere gli obiettivi climatici che ci siamo posti.
Alex Pratissoli
vicesindaco di Reggio Emilia
con delega alla Rigenerazione urbana